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Se si parla di tagli anche in Afghanistan si può spendere meno e meglio

Gianandrea Gaiani
Fonte: Il Sole 24 Ore - 07 giugno 2010

I tagli alla spesa pubblicaprevisti dalla Finanziaria non risparmiano la Difesa che alle decurtazioni già previste per il triennio 2000-2011 aggiunge un nuovo taglio non ancora ufficializzato ma che pare andrà a pesare soprattutto sul Personale (col blocco delle retribuzioni e la riduzione di alcune indennità) e sull'Esercizio, cioè le spese di gestione e addestramento.

In una recente intervista il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha affermato di poter gestire un taglio del 10 per cento delle risorse assegnate al suo dicastero ma che i fondi per le missioni non devono essere toccati anche per garantire la sicurezza dei militari impegnati oltremare. Soldati

In realtà la sicurezza militare si costruisce innanzitutto in Italia con un efficace e realistico addestramento dei reparti oggi reso impossibile dai tagli che da anni infieriscono proprio sulla voce "Esercizio". Solo le brigate destinate a operare in Afghanistan e in misura minore in Libano effettuano oggi addestramenti di un qualche significato operativo utilizzando per lo più i fondi assegnati per la missione (sganciati dal Bilancio della Difesa) mentre il costoso addestramento al combattimento è ormai da anni relegato a pochi reparti.

Gli alpini appena partiti per Herat e i rinforzi che li raggiungeranno nelle prossime settimane si sono addestrati sulle Alpi a temperature di 30/40 gradi inferiori a quelle che incontreranno nell'estate afgana e non hanno potuto effettuare tiri con le mitragliatrici pesanti Browning e con i lanciarazzi Panzerfaust-3 perché non ci sono né proiettili calibro 12,7 millimetri né razzi. Le poche scorte disponibili sono in dotazione alla missione in Afghanistan dove i militari arrivano senza essersi addestrati a impiegare armi che potrebbero risultare decisive in caso di scontro ravvicinato con i talebani.

Marina e Aeronautica non stanno certo meglio e solo grazie alla missione umanitaria (e promozionale dell'hi-tech militare italiano) ad Haiti la nuova portaerei Cavour ha potuto lasciare gli ormeggi ai quali era relegata dalla mancanza di carburante mentre fregate e cacciatorpediniere navigano in buona parte grazie ai fondi per la missione anti-pirateria nell'Oceano Indiano. Stesso problema per i cacciabombardieri dell'Aeronautica Amx e Tornado che si alternano a Herat consentendo agli equipaggi di addestrarsi al volo operativo che in Italia il bilancio non permette più di effettuare in misura sufficiente. Infierire con i tagli sul bilancio per salvaguardare i fondi destinati alle missioni potrebbe non essere un buon affare anche perché le operazioni oltremare non sono certo esenti da ottimizzazioni e tagli che potrebbero produrre risparmi importanti senza ridurre le capacità del contingente.

In Afghanistan le stime prevedono quest'anno spese di oltre 750 milioni di euro (600 nel 2009),dei quali 327 stanziati per il primo semestre ma si potrebbe risparmiare parecchio denaro se la logica interforze, che prevede la sinergia tra le diverse Forze armate, non si fosse trasformata in una vera e propria lottizzazione nella quale ognuno vuole la sua fetta di visibilità e di fondi. I quattro jet Amx dell'Aeronautica schierati a Herat sarebbero indispensabili se potessero sganciare bombe e missili ma il governo ne vieta l'impiego bellico per non rischiare di provocare vittime civili, per questo vengono utilizzati solo come ricognitori o per "intimidire" i talebani con sorvoli a bassa quota.

Un po' poco per dei jet il cui impiego costa decine di milioni di euro all'anno mentre solo il rifacimento della pista di Herat, necessario a poterli accogliere, è costato otto milioni. Anche i tre elicotteri AB-212 schierati a rotazione da Marina e Aeronautica sono quasi inutili a causa dei limiti dovuti alle quote elevate degli altopiani e delle vette afghane dove operano con minori difficoltà gli elicotteri dell'Esercito.

La Marina, che già schiera a Herat un reparto di forze speciali potrebbe contribuire alle operazioni in Afghanistan (Paese non bagnato dal mare) con una compagnia di fucilieri del reggimento San Marco come fece in Iraq. L'Aeronautica potrebbe limitarsi a garantire i velivoli senza pilota Predator (anche se limitati dall'assenza di armamento) e la componente cargo con C-130 e C-27J riducendo così anche gli avieri schierati a Herat a vantaggio dei battaglioni da combattimento dispiegati sul terreno e negli avamposti, costretti oggi a operare a ranghi ridotti per consentire l'aumento degli istruttori assegnati alle forze afghane.

Il numero di truppe autorizzate dal Parlamento è infatti ancora fermo a una presenza media annuale di 3.300 unità nonostante il governo abbia autorizzato l'invio da giugno di un migliaio di rinforzi. Anche la componente dell'Esercito, prioritaria nel conflitto afghano, potrebbe spendere meno e meglio. I 17 blindati Freccia in arrivo a Shindand sono stati inviati in Afghanistan più per ragioni di promozione commerciali che operative.

Il Consorzio Iveco-Oto Melara li sta proponendo a diversi Paesi , inclusa la Spagna, e ovviamente i mezzi "testati in battaglia" hanno un maggiore appeal commerciale. Presentati in molte occasioni anche dal ministro La Russa come più resistenti dei Lince alle sempre più potenti bombe improvvisate (Ied) talebane, i Freccia sono mezzi da 27 tonnellate concepiti per portare in battaglia una squadra di fanti in un contesto convenzionale non per l'anti-insurrezione, costruiti con uno scafo rinforzato ma non antimina (come quello dei Lince), lo stesso del blindato Centauro che infatti non è mai stato impiegato in Afghanistan.

Non a caso i comandi militari si sono opposti inutilmente all'invio dei Freccia per i quali molte piste di montagna afghane risultano impraticabili e non è dimostrato che reggano alle Ied meglio dei Lince. Infatti il contingente prevede di imbarcarvi solo la metà degli 11 uomini che può trasportare, per ridurre il potenziale numero di caduti in caso di attacco dinamitardo.

Va poi sottolineato che il reparto che impiega i Freccia (82° reggimento fanteria Torino) è di seconda linea, privo di esperienza di combattimento. Si occupa di collaudare le nuove tecnologie previste dal programma "Soldato Futuro" e fa parte della brigata Pinerolo che con la Aosta viene impiegata solo nelle missioni a basso rischio in Kosovo e Bosnia.

Note: Articolo al link http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-06-07/parla-tagli-anche-afghanistan-161600.shtml?uuid=AYh6WgwB
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