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Una lettera aperta

Disarmo nucleare: bene gli ex-ministri, ma cominciamo dall'Italia

Fonte: Unimondo - 25 luglio 2008

"Non possiamo che concordare con la lettera dei quattro ex-ministri italiani pubblicata ieri sul 'Corriere della Sera' in merito alla necessità che anche dall’Italia venga un’indicazione sulla completa eliminazione delle armi nucleari. Intanto, però, ci sono già delle vere e proprie emergenze nel campo della non-proliferazione e del disarmo nucleare che l’Italia potrebbe affrontare senza ulteriori indugi" - afferma la lettera inviata ieri al Corriere, ma che il quotidiano non ha pubblicato, dalle principali reti e associazioni attente ai temi del disarmo tra cui la Tavola della Pace, il Coordinamento Enti Locali per la Pace, 'Un futuro senza atomiche' e Rete Italiana per il Disarmo.

Nella lettera al 'Corriere della Sera', i quattro ex-ministri (D'Alema, Fini, La Malfa e Parisi) e il fisico Calogero (già Segretario Generale del Pugwash) prendendo lo spunto da un articolo apparso nel gennaio 2007 sul 'Wall Street Journal' intitolato "A World Free of Nuclear Weapons" firmato da George Shultz, Henry Kissinger, Bill Perry e Sam Nunn, affermano che quell'articolo ha riaperto "una discussione di enorme importanza per il futuro dell'umanità" attraverso la proposta della "totale eliminazione delle armi nucleari".
Esplosione nucleare
"L'importanza dell'articolo sta nel fatto - affermano i quattro ex ministri itaaliani - che, per la prima volta, il tema della completa eliminazione delle armi nucleari veniva affrontato negli Stati Uniti da uomini politici che rappresentano il baricentro del pensiero politico-strategico americano e ambedue le forze politiche a sottolineare che si tratta di un obiettivo da perseguire nell' interesse nazionale e del mondo". Dopo aver ricordato le prese di posizione internazionali, i quattro ex-ministri affermano: "Riteniamo importante che anche dall' Italia venga un' indicazione in questo senso e che, come in altri Paesi, le nostre firme testimonino che, in ambedue i principali schieramenti politici e nella comunità scientifica, vi è piena condivisione dell' importanza di questo tema e di questo obiettivo" e indicano quelli che considerano i passi principali per muovere in questa direzione.

"Non possiamo che concordare con quanto scrivono i quattro ex-ministri italiani" - scrivono nella lettera inviata ma non pubblicata dal Corriere - che riportiamo qui integralmente - coordinatori dalle principali reti e associazioni italiane per il disarmo (Paolo Beni dell'Arci, Albino Bizzotto di Beati i costruttori di pace, Lisa Clark del coordinamento 'Un futuro senza atomiche', Tonio Dell’Olio di Libera, Flavio Lotti dellaTavola della Pace e del Coordinamento Enti Locali per la Pace, Andrea Olivero delle Acli e Francesco Vignarca della Rete Italiana per il Disarmo). "Intanto, però, ci sono delle vere e proprie emergenze nel campo della non-proliferazione e del disarmo nucleare che l’Italia potrebbe affrontare senza ulteriori indugi - aggiungono le associazioni nella lettera che riportiamo qui di seguito integralmente.

1. E’ della settimana scorsa la notizia che, nonostante l’allarme lanciato dai maggiori esperti di disarmo nel mondo, il percorso dell’accordo per uno scambio di tecnologia nucleare tra USA e India sta proseguendo. Scrivono l’Ambasciatore Jayantha Dhanapala (ex Sottosegretario Generale dell’ONU per il Disarmo) e Daryl Kimball (della statunitense Arms Control Association, anch’essa bipartisan): “Al contrario di ciò che sostengono i proponenti di questo accordo, esso non avrà affatto come effetto quello di incoraggiare l’India a perseguire un comportamento maggiormente in linea con quello previsto per gli Stati membri del Trattato di Non proliferazione. A differenza degli altri 178 Stati, l’India non ha firmato il CTBT (Trattato per la messa al bando delle sperimentazioni). Continua a produrre materiale fissile e ad espandere il proprio arsenale”. L’accordo USA-India deve passare per l’approvazione del Nuclear Suppliers Group (gli Stati fornitori di materiale nucleare) e del Board dell’AIEA (Agenzia Internazionale Energia Atomica). L’Italia è membro di ambedue questi consessi. In particolare, nell’NSG le decisioni vengono prese per consenso. I dubbi e le preoccupazioni anche di un solo Stato possono congelare l’accordo. L’Italia cosa farà? - chiedono le associzioni pacifiste.

2. Scrivono ancora i quattro ex ministri: “Ci rendiamo conto che la strada che condurrà all’eliminazione delle armi nucleari è lunga. Essa richiede alcune condizioni politiche. La prima è il miglioramento effettivo dei rapporti fra le superpotenze nucleari...”. Concordiamo anche su questo punto. E pensiamo, però, che un primo piccolo passo per migliorare questi rapporti possa essere quello, ancor prima degli smantellamenti dei vasti arsenali nucleari statunitensi e russi, di non esacerbare ulteriormente i rapporti, come invece stanno facendo i piani per l’installazione del National Missile Defence (il cosidetto “scudo”) in alcuni territori dell’Europa. Ma su questo l’Italia è stata molto silenziosa. L’Italia potrebbe invece farsi portavoce, insieme ad altri Stati europei, della necessità di congelare ogni innovazione militare sul continente. Se perseguiamo la riduzione delle tensioni e degli armamenti, il primo passo logico dovrebbe essere quello di non aggiungere altre strutture controverse.

3. Il 1 luglio scorso, un gruppo di Europarlamentari (anche quello bipartisan!) ha promosso un appello in occasione del 40mo anniversario della firma del Trattato di Non Proliferazione, chiedendo che lo spirito di quel trattato sia finalmente realizzato. Sono passati 40 anni, si legge nell’appello, ma ancora non si è lavorato seriamente per realizzare il suo Articolo VI, “concludere in buona fede trattative (…) per il disarmo nucleare (…) sotto stretto ed efficace controllo internazionale”. A questo fine, gli europarlamentari propongono di lavorare per una Convenzione internazionale che metta al bando le armi nucleari. Dopo la messa al bando delle armi chimiche e biologiche, è tempo di farlo anche con quelle nucleari (si vedano seguenti documenti in .pdf .testo1 e testo2). L’Associazione Mayors for Peace ha predisposto, in questo senso, un documento che lancia il processo detto “Protocollo di Hiroshima e Nagasaki”. L’Italia vorrà unirsi ai tanti paesi membri della Nazioni Unite che già hanno annunciato il loro sostegno, in occasione dell’Assemblea Generale dell’ONU del 2010?

4. Siamo molto contenti di leggere anche l’ultima parte della lettera. In effetti, “la diffusione di un nuovo modo di pensare – di una nuova “saggezza condivisa” – è un passo fondamentale in questa direzione, cui l’Italia deve contribuire.” Da molto tempo le nostre associazioni cercano di lavorare proprio in questa direzione. Saremo felici di avervi al nostro fianco! Ma, allora, perché non cominciare proprio dall’Italia?

Noi crediamo che, quando si intuisce la strada giusta, è necessario iniziare a fare ciò che è nelle proprie possibilità e capacità, per poi poter chiedere - in maniera credibile - ad altri di procedere lungo la stessa strada. In Italia ci sono 90 bombe atomiche B61, che non dovrebbero starci secondo i nostri impegni come firmatari del Trattato di Non Proliferazione. Moltissime cittadine e cittadini hanno nei mesi scorsi firmato un di legge d’iniziativa popolare che chiede che l’Italia faccia esattamente questo: rimediare alle proprie violazioni. Oltre 80mila italiane ed italiani chiedono che l’Italia si liberi di quelle armi nucleari. Il progetto di legge è stato assegnato alla Commissione Esteri della Camera il 22 maggio scorso. Giace, non calendarizzato, forse dimenticato. Tre dei firmatari della lettera sono membri di quella Commissione, il quarto è Presidente di quella Camera dei Deputati. Ecco una cosa che potrebbero fare da subito per dare concretezza ai sentimenti espressi nella lettera aperta pubblicata oggi sul Corriere della Sera.

Noi siamo disponibili a dare il nostro contributo.

Paolo Beni (ARCI)
Albino Bizzotto (Beati i costruttori di pace)
Lisa Clark (coordinamento 'Un futuro senza atomiche')
Tonio Dell’Olio (Libera)
Flavio Lotti (Tavola della Pace e Coordinamento Enti Locali per la Pace)
Andrea Olivero (ACLI)
Francesco Vignarca (Rete Italiana per il Disarmo).

Note: [[Img9493]]Per ulteriori informazioni sulla campagna "Un futuro senza atomiche" vai al sito http://www.unfuturosenzatomiche.org
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