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Armi in Italia: tra lobby e direttive

Fonte: L'Espresso - 17 luglio 2008

Mentre la camorra torna a uccidere, lo Stato non sa neppure quante armi possano circolare o siano vendute legalmente in province come Napoli e Caserta. Gli archivi delle questure, soprattutto al Sud, non sono ancora informatizzati. I dati sul porto d'armi sono raccolti manualmente e gli archivi cartacei vengono aggiornati con ritardi da tre a cinque anni.

È uno storico deficit tecnologico che i poliziotti stanno cercando faticosamente di colmare: l'obiettivo è di creare, a partire dal 2009, un archivio informatico di tutte le armi da fuoco. I tecnici del Viminale vorrebbero così anticipare gli effetti della direttiva approvata in dicembre dal Parlamento europeo. Entro il 2015 tutti gli Stati dell'Unione dovranno attivare un database e conservare per almeno vent'anni le informazioni obbligatorie sulle vendite di pistole, fucili, mitra e relative munizioni. La direttiva è stata approvata in dicembre con 588 voti favorevoli, 11 astenuti e 14 contrari: unico italiano a votare no, il leghista Francesco Speroni. Nel lungo dibattito sembravano contrari anche gli eurodeputati della Finlandia. Alla vigilia del voto, però, un diciottenne di Tuusula ha ucciso a fucilate otto compagni di liceo e poi si è sparato. La strage ha scioccato un Paese dove le armi, per motivi storici, sono molto diffuse. E dove il tasso di morti per armi da fuoco è il triplo dell'Italia.

A quel punto anche la Finlandia ha votato per controlli più severi. Negli Stati Uniti, al contrario, la Corte Suprema a maggioranza conservatrice ha riaffermato di recente che armarsi è un diritto individuale sancito dalla Costituzione americana. Una vittoria della potente lobby delle armi, nononostante l'allarme per le continue stragi nelle scuole, dal liceo di Columbine (15 morti compresi i due studenti-killer nel '99) all'Università di Virginia Tech (33 vittime nell'aprile 2007). Ogni anno negli Stati Uniti si vendono cinque milioni di pistole, mitra e fucili. E il tasso di mortalità per armi da fuoco è sette volte superiore all'Italia.

Dati

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