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Al bando le cluster-bombs, Amnesty: ''Momento storico per il disarmo''

Sauro Scarpelli, coordinatore della campagna Control arms per l'associazione commenta l'accordo raggiunto ieri: i delegati di 119 Paesi, riuniti a Dublino, hanno preso la decisione
Ilaria Sesana
Fonte: Redattore Sociale - 29 maggio 2008

"È un momento storico per il mondo del disarmo, é una decisione che porta una ventata di ottimismo", così Sauro Scarpelli, coordinatore della campagna Control arms per Amnesty International, commenta l'accordo raggiunto ieri sul Trattato per la messa al bando delle cluster-bombs. I delegati di 119 Paesi, riuniti a Dublino, hanno dato il via libera al testo, dopo soli 18 mesi di lavoro. "L'intesa é stata raggiunta prima del previsto -spiega Sauro Scarpelli- la situazione si é sbloccata ieri mattina quando Gordon Brown, primo ministro inglese, si é detto disponibile a bandire le bombe a grappolo, cambiando così le carte in tavola".

Sono due i punti salienti del Trattato. Ogni stato firmatario si impegna a non usare "in alcuna circostanza" le bombe a grappolo, né a produrle, acquistarle, conservarle o venderle, direttamente o indirettamente. "In questo modo -aggiunge Sauro Scarpelli- anche gli Stati che non aderiscono al Trattato e sono grandi produttori di cluster-bombs, come gli Stati Uniti, la Cina e la Russia, saranno costretti a ridurre la produzione, non avendo potenziali acquirenti". I firmatari inoltre s'impegnano a provvedere all'assistenza alle vittime, alla bonifica delle aree interessate e alla distruzione degli arsenali proibiti entro otto anni. L'adozione formale del Trattato si svolgerà a Oslo, a dicembre ed entrerà in vigore quando almeno 30 Paesi lo avranno ratificato. Da quel momento gli Stati firmatari avranno a disposizione otto anni di tempo per distruggere i propri arsenali.

Scarpelli però individua due limiti all'accordo raggiunto: "L'ultima bozza del Trattato permette ai Paesi aderenti di continuare a cooperare militarmente con Stati che non hanno firmato -spiega-. Inoltre é stato modificato l'articolo quattro che, nella formula originale, vincolava strettamente i Paesi che avevano venduto cluster-bombs a risarcire i danni provocati ai Paesi che ne avessero fatto richiesta". Ora invece, anche grazie all'impegno dell'Italia, si é giunti a una formula di compromesso più blanda, in cui i venditori "si impegnano a risarcire i danni".

Le cluster-bombs, dette anche bombe a grappolo, sono piccoli ordigni contenuti all'interno di una bomba più grande che, dopo il lancio, si apre a una certa distanza dal suolo disseminando centinaia di munizioni su un'ampia superficie di terreno. Possono essere programmate per esplodere all'impatto col terreno, oppure possono restare dormienti, provocando così gravi danni anche a lungo termine. Secondo la Cluster munition coalition (www.stopclustermunition.org) solo gli Stati Uniti possiedono tra i 700 gli 800 milioni di bombe a grappolo mentre, secondo l'associazione Handicap international (www.handicap-international.org) sarebbero circa cento milioni le cluster bomb inesplose nel mondo sugli oltre 440 milioni di esemplari sparati dal 1965 a oggi. Il 60% delle vittime sono bambini. I Paesi contaminati sono 22, dall'Afganistan alla Bosnia, dal Chad all'Eritrea, dal Laos al Vietnam mentre i produttori di questi ordigni sono 32, tra cui anche l'Italia. Info: www.campagnamine.org e www.disarmo.org.

Note: Ulteriori lanci di Redattore Sociale alla pagine www.redattoresociale.it
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