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A Dublino via al vertice per mettere al bando le "bombe a grappolo"

Fonte: RaiNews24 - 19 maggio 2008

Si apre oggi a Dublino la Conferenza per la messa la bando delle bombe a grappolo, promossa da oltre un centinaio di Paesi: se le ong insistono per una decisione vincolante in tempi brevi, alcuni dei principali Paesi produttori come Stati Uniti, Cina e Russia, sono invece contrari e non partecipano al vertice.
Attualmente le bombe a grappolo non sono esplicitamente proibite dalle leggi di guerra, sebbene la Convenzione di Ginevra ne sottolinei i rischi per la popolazione civile. Impiegabili sia dall'artiglieria che dall'aviazione, sono progettate per dividersi in volo ed esplodere all'impatto al suolo.

Le bombe a grappolo sono ordigni che con l'esplosione scagliano centinaia di proiettili in un raggio di diverse centinaia di metri. Tuttavia, tra il 10 e il 40% bombe lanciate 'fa cilecca' e rimane inesploso, restando sul terreno e trasformandosi in una mina capace di uccidere e mutilare anche diversi anni dopo la fine di un conflitto. Bombe cluster

Il "Protocollo sui residui esplosivi della guerra"
Un Trattato internazionale sulle bombe a grappolo, entrato in vigore nel novembre del 2006, obbliga però tutti i Paesi che ne hanno fatto uso a fornire dettagliati chiarimenti su numero e luogo degli ordigni rimasti inesplosi, che continuano a provocare migliaia di vittime ogni anno. Il trattato, che porta il titolo di "Protocollo sui residui esplosivi della guerra", rappresenta il primo tentativo 'ufficiale' di richiedere ai singoli Stati la mappa dettagliata delle aree colpite, per la rimozione delle bombe inesplose che minacciano "civili, peacekeeper e operatori umanitari".
Il vertice dovrebbe applicare quanto deciso dalla Conferenza Internazionale di Oslo dell'anno scorso, che prevedeva un divieto entro il 2008: se, come sembra, la conferenza riuscirà effettivamntee a trovare un accordo si tratterà del più importante trattato sul disarmo dai tempi dell'accordo di Ottawa che dieci anni fa mise al bando le mine terrestri.

Il nodo della Gran Bretagna
Tra le voci a sostegno della proibizione delle bombe a grappolo anche quella di nove ex alti ufficiali britannici, tra cui l'ex Capo di stato maggiore Lord Bramall e l'ex comandante delle forze speciali Sir Michael Rose: "Se dobbiamo essere accettati come legittimi utilizzatori della forza allora dobbiamo dimostrare la nostra determinazione nell'impiegare tale forza nel modo più responsabile", si legge in una lettera inviata al quotidiano conservatore The Times.
Sembra invece, secondo il quotidiano britannico The Independent, che la Gran Bretagna sia il principale ostacolo sulla strada di un accordo per la messa la bando delle bombe a grappolo. Oltre alla riluttanza delle forze armate a disfarsene, la Gran Bretagna deve far fronte alle pressioni degli Stati Uniti perché non firmi alcun trattato. Il Foreign Office fa notare che l'effettiva adesione a una messa al bando creerebbe non poche difficoltà riguardo alla sorte delle munizioni immagazzinate nelle basi statunitensi nel Regno Unito e allo status legale dei militari britannici impiegati insieme a forze che ne facciano uso.
Le vittime causate dalle bombe a grappolo
Secondo un rapporto diffuso dall'associazione Handicap International sarebbero circa cento milioni le bombe a grappolo rimaste inesplose nel mondo: oltre 440 milioni di esemplari di questo genere di munizionamento sarebbero state sparate dal 1965 ad oggi.
Stando alle Nazioni Unite almeno 300 civili sono morti l'anno scorso solo nel Libano meridionale, dove Israele ha utilizzato questo tipo di munizioni.

Note: Articolo al link http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=81810
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