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Finmeccanica, una crescita poco redditizia

Gianni Dragoni
Fonte: Il Sole 24ore - 26 aprile 2008

«È il mio elicottero». Hillary Clinton si vedeva già a bordo del Marine One, l'elicottero del presidente degli Stati Uniti realizzato dall'AgustaWestland, quando nel luglio 2006 è stato inaugurato lo stabilimento di Lockheed Martin a Owego, nello Stato di New York, dove verrà fatto l'assemblaggio finale dei 23 elicotteri per la Casa Bianca.
La campagna elettorale non era ancora cominciata. L'entusiasmo per l'elicottero «made in Italy» della candidata dei democratici – la nuova fabbrica è nel suo collegio senatoriale – è un'ulteriore certificazione per l'azienda di punta del gruppo Finmeccanica, che nel gennaio 2005 insieme a Lockheed e Bell ha sconfitto il fornitore storico della flotta del presidente, Sikorsky.

Il successo negli Stati Uniti ha "sdoganato" a livello internazionale la Finmeccanica, il gruppo aerospaziale visto fino ad allora come un peso medio-leggero. Finmeccanica è tra le società controllate dal ministero dell'Economia (con il 33,72%) della quale deve essere rinnovato il consiglio di amministrazione. L'assemblea è prevista il 6 giugno.
La decisione sui vertici spetterà al prossimo Governo di Silvio Berlusconi. Lo stesso presidente del Consiglio di quando, proprio sei anni fa, il 24 aprile 2002, al vertice Finmeccanica è atterrato Pier Francesco Guarguaglini. Ministro dell'Economia era Giulio Tremonti. Berlusconi ha detto che «sulla conduzione di Eni, Enel, Finmeccanica e Terna c'è un generale giudizio positivo», lasciando capire di essere favorevole alla conferma dei vertici.

A giudizio di molti, Guarguaglini dovrebbe essere confermato con deleghe. Ma non dovrebbe più avere un potere assoluto come è stato finora. Oggi è sia presidente sia amministratore delegato. Il numero due è il direttore generale Giorgio Zappa, nominato il 14 ottobre 2004.
Ingegnere elettrotecnico, Guarguaglini è un esperto di industria della difesa con ottimi rapporti nelle gerarchie militari, a livello internazionale e nei partiti. È nato a Donoratico, provincia di Livorno, il 25 febbraio 1937. Nel maggio 1999 è stato chiamato a risanare la Fincantieri, con risultati positivi.

Alla Finmeccanica Guarguaglini è arrivato con l'appoggio del conterraneo Altero Matteoli, di An, che era ministro dell'Ambiente. Matteoli è stato rieletto al Parlamento nel Pdl. Guarguaglini ha saputo però sviluppare ottimi rapporti anche con il centro-sinistra, da Giuliano Amato a Massimo D'Alema. La partita delle nomine è comunque aperta. Sta facendo lobby per farsi nominare presidente Giovanni Castellaneta, l'ex consigliere diplomatico di Berlusconi a Palazzo Chigi che, dal 16 maggio 2003, è nel cda della Finmeccanica e da oltre due anni è ambasciatore a Washington.
È aperta anche la questione dell'amministratore delegato: Guarguaglini sembrava aver raggiunto un equilibrio con il d.g. Zappa. Ma con il nuovo Governo la situazione potrebbe essere sparigliata.
La Finmeccanica del 2007 è un gruppo con 13,4 miliardi di euro di ricavi, un utile operativo (Ebit) di 1.084 milioni, pari all'8% dei ricavi, con un utile netto di competenza di 484 milioni. Ha 60mila dipendenti, dei quali 10mila in Gran Bretagna.

Come si può vedere nelle tabelle, c'è stata una forte crescita del giro d'affari, è aumentata la presenza internazionale del gruppo, ma la redditività non appare realmente soddisfacente. Nel 2002 i ricavi erano di 7.811 milioni, l'utile operativo di 441 milioni. La dimensione è aumentata del 72% in cinque anni.
La crescita è avvenuta soprattutto attraverso acquisizioni, con un costo di circa 4 miliardi di euro. E il gruppo non ha finanziato l'espansione con la cassa generata dalla gestione. In larga parte Guarguaglini ha speso il «tesoretto» che si è trovato in casa, le azioni di STMicroelectronics, la società che il Tesoro apportò a Finmeccanica prima della privatizzazione del 2 giugno 2000, durante la precedente gestione di Alberto Lina e Giuseppe Bono.
Insomma, Finmeccanica ha comprato buona parte del fatturato aggiuntivo. L'operazione più costosa e più azzeccata è stata l'acquisto nel 2005 della metà di AgustaWestland che Finmeccanica non possedeva da Gkn, con una spesa di 1.589 milioni. Una mossa vincente, visti i risultati del gruppo di cui Giuseppe Orsi è a.d. e Amedeo Caporaletti presidente.
Impegnativo l'accordo con Bae Systems nel 2005 per sciogliere la joint venture nei radar Ams e l'acquisto per 936 milioni di euro delle attività britanniche nell'avionica, ridenominate Selex Sas. È in corso l'integrazione tra queste attività e quelle italiane, guidata dall'ex manager Bae Steve Mogford. Il ritorno economico però non è soddisfacente.

L'incertezza maggiore, tuttavia, deriva dal rischio che i Governi dei quattro Paesi europei committenti (Gran Bretagna, Germania, Italia, Spagna) non confermino l'acquisto dei velivoli della terza tranche del contratto Eurofighter: l'avionica ex Bae ha nel portafoglio ordini quasi soltanto per l'Efa. Altro rischio per Finmeccanica è che i tagli per 3 miliardi di sterline allo studio del Governo inglese colpiscano l'Efa o il nuovo elicottero «Future Lynx».
Tra il 2005 e il 2006 è stata comprata la Datamat per 260 milioni. Tra gli azionisti venditori Giancarlo Giglio, socio del quotidiano ex Ds, l'Unità: anche in questo caso non è chiaro il ritorno economico. E non sono ancora state cedute attività di software per il mercato civile che non hanno a che fare con l'aerospazio. Nei primi mesi di quest'anno è stata comprata la società di servizi per la difesa inglese Vega Group, per circa 90 milioni di euro.
Le azioni di Finmeccanica quotavano 21,5 euro il 24 aprile, il 28% in meno rispetto al prezzo del collocamento fatto dall'Iri e terminato il 2 giugno 2000. È il titolo che più ha deluso nelle privatizzazioni. Gli fa compagnia l'Enel, che quota 7 euro, il 18% in meno rispetto agli 8,6 euro della prima Opv, ottobre 1999.
In realtà, Guarguaglini è arrivato dopo, il 24 aprile 2002, quando il titolo valeva 19,14 euro. Nei suoi sei anni il titolo è salito del 12,3%, rispetto a una crescita del Mibtel del 6,5 per cento. Tra le altre società europee, Bae Systems è cresciuta del 32,7%, ma Eads ha perso il 12.
La lettura del bilancio del gruppo è sempre stata complessa, a causa dell'attività in commesse pluriennali. La discrezionalità nei criteri di valutazione dei lavori in corso può incidere sui risultati, come la valutazione delle partite «non ricorrenti», rilevanti anche nel 2007.
In seguito alla decisione della Commissione Ue che, l'11 marzo ha ordinato il rimborso di finanziamenti pubblici per circa 450 milioni all'aeronautica ottenuti in base alla legge 808, il gruppo ha stanziato oneri per 230 milioni nel 2007.

Ma Finmeccanica ha compensato questa posta negativa con un provento straordinario, un «ripristino del credito Enea» per 248 milioni, grazie al decreto legge 159 dell'ottobre 2007. Il decreto ha riconosciuto un rimborso a Finmeccanica per un risarcimento chiesto da Ansaldo Energia all'Enea nel 1995 per il blocco dei lavori per l'impianto Pec del Brasimone.
La transazione compensa un onere certo con l'incasso di un credito che era incerto. La vecchia causa con l'Enea era ancora oggetto di contenzioso. E il credito iscritto al 31 dicembre 2006 da Finmeccanica verso l'Enea per la vicenda era di soli 53 milioni. Molto meno dei 230 milioni aggiuntivi riconosciuti con il bonus del decreto 159, varato grazie all'efficace lobby di Finmeccanica.
Ma anche gli anticipi da clienti, acconti su lavori pagati e non ancora completati, possono comprimere l'indebitamento oltre la reale dimensione. Dal 2005 al 2007 gli «acconti da committenti» sono aumentati sensibilmente, da 4.389 milioni a 6.477 milioni.
L'indebitamento finanziario netto era di 1.158 milioni a fine 2007. In assoluto non è un valore elevato, il 21% del patrimonio netto. Ma diventa significativo se, oltre al "peso" crescente degli anticipi che va a scontare i debiti, si considera che a fine 2001, prima della campagna acquisti, il gruppo aveva una posizione finanziaria netta attiva, per 409 milioni.

Sui debiti il bilancio consolidato avverte poi che «il dato di dicembre beneficia inoltre di anticipi su contratti realizzati da alcune società del gruppo per importi più consistenti del previsto, nonché delle rivenienze di cessioni pro soluto (...) realizzate per importi rilevanti anche nel 2007; tutti questi aspetti lasciano prevedere un consistente assorbimento di cassa nel corso della prima parte dell'anno 2008».
Tra i settori spiccano i risultati degli elicotteri. AgustaWestland ha aumentato i ricavi del 9,2% a 2.980 milioni, con il 12,7% di Ros (rapporto tra utile operativo e ricavi, usando l'indicatore Ebita rettificato o adjusted, pari a 377 milioni). L'azienda di Cascina Costa (Varese) incide per il 22% sui ricavi del gruppo, ma il suo utile operativo è pari al 36% del totale.
In forte crescita l'aeronautica, che fa capo ad Alenia di cui è presidente Zappa, con 2.306 milioni di ricavi (+21%) e un utile operativo (Ebita) di 240 milioni (+14,8%), pari a un Ros del 10,4 per cento. Nel 2007 Alenia ha replicato i successi di Agusta negli Stati Uniti, vincendo con Boeing la gara per fornire aerei militari da trasporto C27J.

La terza grande area è l'elettronica della difesa, con ricavi di 3.826 milioni in modesta crescita (2,1%) e un Ebitda rettificato che ha stupito molti analisti, pari a 427 milioni (+26%), corrispondente a un Ros dell'11,2 per cento. Questo comparto, con le tre Selex, Elsag-Datamat e Vega, presenta però alcuni problemi di redditività nell'avionica, nelle comunicazioni e – secondo fonti esterne – nella Selex Sistemi integrati.
Finmeccanica ha una collaborazione più stretta con Boeing rispetto a Airbus. Ma i problemi del nuovo B787, aereo dal grande successo commerciale (oltre 800 ordini) che però ancora non vola e ha già un ritardo nelle consegne di almeno 15 mesi, potrebbero creare difficoltà nei prossimi esercizi. Anche la decisione di Alenia, precedente a Guarguaglini, di allearsi con Boeing per i tanker e la fornitura come cliente di lancio all'Aeronautica italiana non è stata una scelta felice. È soprattutto la vittoria di Airbus, con Northrop Grumman, nella recente maxi-gara negli Stati Uniti contro Boeing che spiazza la scelta di Alenia.
Decollo difficile per il Superjet 100 frutto dell'intesa tra Alenia e Sukhoi. L'aereo è in ritardo di oltre cinque mesi nel primo volo, da circa un anno non raccoglie nuovi veri ordini. Su questa operazione ci fu uno screzio in cda tra Dario Scannapieco, all'epoca dirigente del Tesoro e Guarguaglini: «Ma come, fate un accordo con Sukhoi e non ci dite niente?» disse Scannapieco, ora vicepresidente Bei.

All'opposto dei successi Agusta, ci sono i problemi dei veicoli ferroviari di AnsaldoBreda. La società è una piccola Alitalia: 171 milioni di perdita netta nel 2007 su 377 milioni di ricavi, dopo i 168 milioni di rosso nel 2006 e i 127 milioni del 2005. Guarguaglini confida di risanarla entro quest'anno grazie all'accordo con Bombardier per la gara per 50 treni ad alta velocità per le Fs.

Negli ultimi anni Finmeccanica ha aperto le porte a numerosi ex alti ufficiali in pensione. L'ammiraglio Guido Venturoni è stato nel 2002 presidente della Marconi e dal 2005 è nel cda di piazza Monte Grappa, il generale Guido Bellini dal 2005 è presidente di Selex Com, l'ammiraglio Umberto Guarnieri è presidente di Orizzonte, l'ammiraglio Marcello De Donno è dal 2004 presidente di Agusta Spa. Il generale Giulio Fraticelli dal 2006 è presidente di Oto Melara, Carlo Alberto Zignani dal 2005 guida il consorzio «Network centric operation».
L'attenzione di Guarguaglini all'establishment è inoltre dimostrata dalle assunzioni di figli o parenti di politici o militari: l'ingegner Elio Mastella, figlio di Clemente quando era ministro della Giustizia, l'ingegner Davide Marini, figlio del presidente del Senato Franco Marini, Alessandro Forlani, figlio dell'ex leader Dc Arnaldo, Caio Giulio Cesare Mussolini, ex ufficiale sui sottomarini, parente di Alessandra Mussolini, neodeputato Pdl, ex Azione sociale, lavora ad Abu Dhabi.

Nell'elenco di piazza Monte Grappa anche Guglielmo Cucchi, figlio del generale Giuseppe Cucchi, segretario generale del Cesis, Andrea Brancorsini, genero di Niccolò Pollari ex capo del Sismi. Il capo dell'ufficio di Bruxelles è Paolo Venturoni, figlio dell'ammiraglio Guido. In piazza Monte Grappa lavorano anche Fabiana Gallitelli, figlia di Leonardo Gallitelli, capo di Stato maggiore dei carabinieri, Andrea Bellini, figlio del generale Bellini, Emiliano Sarmi, figlio dell'a.d. delle Poste, Massimo Sarmi.

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