ControllArmi

ControllArmi

RSS logo
Pianificazione e produzione di nuovi armamenti nucleari degli Usa

Il Complex 2030: nuova corsa solitaria agli armamenti

Viviana Carlessi
Fonte: La Voce d'Italia - 05 maggio 2008

Mondo nucleare Un passo deciso verso l'indebolimento del regime di non proliferazione nucleare

L'ultimo piano per aumentare la forza nucleare statunitense è stato reso pubblico nell’ottobre del 2006 anche se la sua conoscenza è minima sia da parte della popolazione statunitense che della comunità internazionale. Il programma è denominato Complex 2030, laddove il numero indica l'anno in cui sarà verosimilmente completato e le cui stime prevedono un costo superiore ai 150 milioni di dollari.

Tale proposta è stata elaborata dall’Amministrazione della Sicurezza Nucleare Nazionale (NNSA), un’agenzia semi-autonoma all’interno del Dipartimento dell’Energia, responsabile di mantenere e potenziare la sicurezza e l’efficienza dell’apparato nucleare statunitense. Nella sua visione, il Complex 2030 dovrebbe ridurre l’arsenale americano e imprimere un’accelerazione del programma di smaltimento. Difficile da credere, in quanto questo programma, secondo l'Unione degli Scienziati Preoccupati, “significherà l'aggiornamento dell'intero complesso delle armi nucleari statunitensi e verrà affiancato dall'ideazione e la produzione di una serie di nuove armi nucleari.” L’approccio è paradossale: ridurre l’arsenale atomico producendo nuovi armamenti nucleari.

Due sono i programmi maggiormente controversi previsti dal Complex 2030: la “Reduced Operations,” che porterebbe a un incremento sostanziale della capacità produttiva di pits, ossia di contenitori del materiale fissile, posto all’interno della testata nucleare, da parte del Laboratorio di Los Alamos in New Mexico, con un conseguente aumento del numero di armi.

Obiettivo dell’altro punto problematico del Complex, il Reliable Replacement Warhead (Sostituzione Sicura delle Testate), è la produzione di armi nucleari di nuova generazione, efficaci e affidabili nel tempo, per creare un sistema di risposta nucleare che possa rapidamente produrre nuove testate, permettendo teoricamente agli Usa di ridurre le dimensioni del proprio arsenale, ora di circa seimila unità, circa il 40% in meno dell’arsenale alla fine della Guerra Fredda.
La razionalizzazione secondo cui le armi esistenti sarebbero sottoposte a un processo rapido di logoramento è definita ingannevole da preminenti scienziati nucleari statunitensi, che asseriscono che le armi nucleari in possesso degli Usa sono affidabili per almeno altri 50 anni; armi che sono annualmente certificate dal Dipartimento in termini di sicurezza e affidabilità.

Il Complex 2030 mantiene tutti gli 8 siti di produzione, compresi i due laboratori di progettazione, il Los Alamos e il Lawrence Livermore, senza ridurne il numero, ma soltanto prevedendo una rilocazione interna di materiale nucleare sensibile. Tuttavia, anche se quest’ultimo passaggio è positivo, non si tiene conto del rischio ambientale e della convenienza di chiudere uno o più strutture di tale tipo.

Allarmante è il fatto che il Complex potrebbe portare a cicli produttivi di entità e intensità pari a quelli della Guerra Fredda, con la preoccupante probabilità di test nucleari sottoterra, poiché anche se il Complex non li contempla, è irrealistico pensare che vertici politici e militari possano ordinare l’impiego di armi non testate.
Nuovi test metterebbero a rischio la sopravvivenza della moratoria contro i test nucleari rispettata dalle cinque potenze nucleari, permettendo loro e ad altri stati di potenziare le proprie capacità nucleari in una nuova corsa agli armamenti, mettendo a rischio la sicurezza generale.

Il Complex si inserisce nel solco della politica dell’amministrazione Bush di minare la struttura di accordi e trattati internazionali, in questo caso indebolendo il regime di non proliferazione nucleare. Proprio nel momento in cui gli Stati Uniti pretendono che altri Paesi, vedi Iran e Corea del Nord, siano vincolati al Trattato di Non Proliferazione Nucleare, gli stessi non adempiono ai requisiti per completare il disarmo nucleare richiesto dal trattato.

Più che nuove strutture o nuove armi nucleari, ciò che è impellente è una completa rivisitazione della datata politica nucleare, pressoché inalterata dalla Guerra Fredda. Da allora, il concetto di potere nucleare ha subito un notevole cambiamento, in quanto non ha più la valenza di mezzo di deterrenza. Precedentemente, infatti, gli Usa e l'Urss hanno evitato una guerra nucleare attraverso la strategia della distruzione reciproca assicurata (MAD): un primo attacco non avrebbe distrutto tutte le forze in grado di attuare una rappresaglia, determinando così un contrattacco, con conseguenze disastrose per entrambe le parti.

Secondo i termini del Trattato sulle Riduzioni delle Offensive Strategiche (SORT), gli Stati Uniti e la Russia devono ridurre il numero delle loro testate strategiche dispiegate a 2,200 entro il 2012. Un numero più che sufficiente per la totale sicurezza della nazione, ma i fautori del nucleare vogliono una notevole soglia di sicurezza, soprattutto in caso di un confronto con la nascente potenza cinese o una rinata Russia. Nonostante Washington e Mosca abbiano ridotto il numero delle testate nucleari, non sono stati fatti passi concreti per un generale e integrale disarmo nucleare.
Addirittura, nel 2002, l’amministrazione Bush si è tirata fuori dal Trattato Anti Missili Balistici (ABM) per realizzare il sistema “di difesa” antimissilistica concepito per annientare ogni possibile rappresaglia attuata con quelle poche testate nucleari non distrutte in un eventuale primo attacco statunitense.

Inoltre, ora che gravi minacce derivano da organizzazioni non statali, concettualmente al di fuori della strategia della deterrenza, come la rete terroristica di Al Qaeda, una più decisa e solida strategia di non proliferazione è una priorità per garantire una maggiore sicurezza generale.

Note: Articolo al link http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=10746&titolo=Il%20Complex%202030%20nuova%20corsa%20solitaria%20agli%20armamenti
.