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L'incubo nucleare: nei depositi anche bombe al plutonio

Andrea Nativi
Fonte: il Giornale - 29 dicembre 2007

È la domanda che in questo momento allarma le diplomazie di tutto il mondo: fino a che punto sono sicure le testate nucleari pakistane? Nelle scorse settimane (l’ultimo episodio risale all’ 11 dicembre) ci sono stati attentati terroristici suicidi che hanno coinvolto personale dell’aeronautica in località «ad alto rischio», ma per ora si è trattato di attacchi contro personale trasportato su autobus. Evidentemente i terroristi considerano i veri obiettivi strategici nucleari troppo difficili per le proprie capacità. Per il momento.

Le bombe nucleari di cui dispone il Paese sono comprese tra le 24 e le 50. Sono testate da considerare, per gli standard attuali, a potenza limitata: non più di 40 kilotoni, pur sempre equivalenti a 40.000 tonnellate di tritolo. In massima parte sono bombe all’uranio arricchito, frutto dei programmi condotti da Abdul Qadeer Khan, il padre dell’atomica pakistana, ma potrebbero esserci anche da 2 a 6 bombe al plutonio. E il plutonio consente di realizzare testate più leggere, a parità di potenza. Il compito di portare a destinazione le testate è affidato essenzialmente a missili balistici. Il Pakistan sostiene che limita il proprio arsenale al minimo livello necessario per garantire la deterrenza nei confronti delle potenze vicine, in primo luogo l’India, e a differenza di quest’ultima si accontenta di vettori missilistici, ma non dispone di aerei o unità navali capaci di trasportare armi atomiche.

Secondo alcune fonti, i cacciabombardieri F-16 forniti a suo tempo dagli Stati Uniti e naturalmente privati del necessario per l’impiego di armi atomiche, potrebbero essere stati modificati per svolgere un ruolo nucleare, ma gli analisti sono scettici sulla fattibilità di un intervento complesso che richiede tecnologie poco diffuse. Le principali armi nucleari pachistane sono quindi i missili balistici delle famiglie Ghauri e Shaheen, che almomento offrono una gittata massima non superiore ai 1.500 km, mentre sono in fase di sviluppo missili in grado di raggiungere 2.500 km di gittata. L’establishment militare pachistano protegge con la massima cura le testate, i missili e l’intero complesso industrial- militare nucleare. Non a caso il presidente Musharraf, rispondendo alle preoccupazioni statunitensi, e anche grazie ai consigli Usa, ha creato una struttura di altissima sicurezza per la sorveglianza e l’impiego delle armi nucleari, la Divisione piani strategici, guidata dal tenente generale Khalid Kidway, uomo del presidente, che ha buone relazioni con i militari statunitensi.

La sicurezza fisica struttura nucleare è stata potenziata e si articola su più livelli. Inoltre le testate sono tenute separate dai missili e parzialmente disassemblate, e tutti i siti nucleari sono pesantemente difesi. È quindi appare difficile per i terroristi attaccare e ancor di più tentare di impossessarsi delle armi.

Note: Articolo al link http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=230591
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