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Associazioni cattoliche: Italia libera da armi nucleari

GB
Fonte: Unimondo - 27 dicembre 2007

Le associazioni italiane di ispirazione cristiana che promuovono e che aderiscono alla campagna "Un futuro senza atomiche" riprendendo il messaggio del Papa Benedetto XVI per il 1 gennaio ricordano che "in Italia ci sono armi nucleari che non dovrebbero esserci" e per questo nel periodo dal Natale alla Giornata mondiale della Pace e l'intero mese di gennaio chiedono a tutti, e specialmente ai cattolici, di aderire alla raccolte di firme della campagna "Un futuro senza atomiche" a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare per dichiarare l'Italia paese libero da armi nucleari.

"Un'azione tesa a liberare il territorio nazionale dalle armi nucleari di proprietà altrui, potrebbe rappresentare quel gesto di buona volontà che permetta di instaurare un circolo virtuoso, rilanciando così i negoziati internazionali volti allo smantellamento progessivo e concordato delle armi nucleari esistenti" - scrivono le associazioni cattoliche ricordando il messaggio papale che invita "in tempi tanto difficili" alla "mobilitazione di tutte le persone di buona volontà per trovare concreti accordi in vista di un'efficace smilitarizzazione, soprattutto nel campo delle armi nucleari".

Firmano l'appello i presidenti e direttori di numerose associazioni cattoliche che sostengono la campagna "Un futuro senza atomiche" tra cui l'ACI (Azione Cattolica Italiana), le ACLI (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani), l'AGESCI (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani), Beati i costruttori di pace, la Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Istituti Missionari in Italia (Cimi), la FOCSIV–Volontari nel Mondo, il MIR (Movimento Internazionale di Riconciliazione), le riviste Missione Oggi, Mosaico di Pace e Nigrizia ed, infine, il movimento Pax Christi Italia presieduto da monsignor Tommaso Valentinetti.

Sulla scia del messaggio papale, le associazioni denunciano inoltre "le molte responsabilità del funesto commercio delle armi convenzionali, dal quale i Paesi del mondo industrialmente sviluppato, come l'Italia, traggono lauti guadagni".
"Come in tutte le cose importanti della vita di relazioni, l'insegnamento evangelico anche in tema di disarmo ci indica la via: ed è quella di agire per primi, perché è giusto farlo, e non semplicemente di accettare di essere nel torto perché anche altri lo sono" - sottolineano le associazioni ricordando anche che "un mondo libero da armi nucleari è un'aspirazione condivisa dall'umanità".

Nel suo Messaggio per la Giornata mondiale della pace 2008, papa Benedetto XVI ha dedicato un lungo e articolato passaggio al "superamento dei conflitti e al disarmo". Dopo aver ricordato che "l'umanità vive oggi, purtroppo, grandi divisioni e forti conflitti che gettano ombre cupe sul suo futuro" il Papa evidenzia che "vaste aree del pianeta sono coinvolte in tensioni crescenti, mentre il pericolo che si moltiplichino i Paesi detentori dell'arma nucleare suscita motivate apprensioni in ogni persona responsabile". "Sono ancora in atto molte guerre civili nel Continente africano, sebbene in esso non pochi Paesi abbiano fatto progressi nella libertà e nella democrazia; il Medio Oriente è tuttora teatro di conflitti e di attentati, che influenzano anche Nazioni e regioni limitrofe, rischiando di coinvolgerle nella spirale della violenza" - scrive Benedetto XVI.

Il Papa evidenzia inoltre che "su un piano più generale, si deve registrare con rammarico l'aumento del numero di Stati coinvolti nella corsa agli armamenti: persino Nazioni in via di sviluppo destinano una quota importante del loro magro prodotto interno all'acquisto di armi. In questo funesto commercio le responsabilità sono molte: vi sono i Paesi del mondo industrialmente sviluppato che traggono lauti guadagni dalla vendita di armi e vi sono le oligarchie dominanti in tanti Paesi poveri che vogliono rafforzare la loro situazione mediante l'acquisto di armi sempre più sofisticate".

Benedetto XVI afferma infine che "è veramente necessaria in tempi tanto difficili la mobilitazione di tutte le persone di buona volontà per trovare concreti accordi in vista di un'efficace smilitarizzazione, soprattutto nel campo delle armi nucleari". "In questa fase - conclude il Papa - in cui il processo di non proliferazione nucleare sta segnando il passo, sento il dovere di esortare le Autorità a riprendere con più ferma determinazione le trattative in vista dello smantellamento progressivo e concordato delle armi nucleari esistenti. Nel rinnovare questo appello, so di farmi eco dell'auspicio condiviso da quanti hanno a cuore il futuro dell'umanità".

La campagna, "Un futuro senza atomiche", è promossa da 54 associazioni pacifiste che sono attivate su tutto il territorio nazionale per la raccolta delle firme necessarie alla presentazione di una legge di iniziativa popolare che dichiara l'Italia, paese libero da armi nucleari. Nonostante i vari governi che si sono succeduti abbiano sempre rifiutato di confermare la presenza di ordigni nucleari sul territorio italiano, diverse fonti confermano che nelle basi Usa di Ghedi e Aviano sono presenti almeno 90 testate nucleari.

Ai primi di dicembre i Sindaci europei sul cui territorio permangono armi nucleari di proprietà statunitense hanno chiesto la definitiva rimozione e rilanciato l'appello per la definitiva messa al bando delle atomiche entro il 2020: tra essi anche i sindaci italiani di Ghedi (Brescia) ed Aviano (Pordenone) si sono uniti alla petizione dei Sindaci di Peer (Belgio), Uden (Paesi Bassi), Incirlik (Turchia), ed al Presidente del Consiglio del Landkreis Vulkaneifel (Germania), per chiedere che i loro territori siano liberati dalle armi nucleari ancora presenti sul suolo di Stati europei non-nucleari

Note: Articolo originale al link http://unimondo.oneworld.net/article/view/156400/1/
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