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Aperta la conferenza di Vienna sulle munizioni cluster

Fonte: Campagna Mine - 06 dicembre 2007

La Conferenza di Vienna sulle Munizioni Cluster si è aperta il 5 dicembre con gli appelli di due vittime di munizioni cluster sull’importanza di intraprendere azioni urgenti per il danno e la sofferenza causati da queste armi. Umarbek Pulodov, un sopravvissuto del Tajikistan, ha ricordato ai delegati, “Voi che scriverete il trattato sulle munizioni cluster, dovreste in primo luogo vedere il loro impatto, capire come ci si sente ad esserne una vittima.” L’apertura della conferenza è proseguita con l’annuncio, fatto dal Ministro degli Esteri austriaco Ursula Plassnik, che la partecipazione di 136 Stati sta dimostrando che una chiara maggioranza nel mondo supporta gli obiettivi del Processo di Oslo.

I portavoce hanno sottolineato gli aggiornamenti sui progressi fatti in questo anno durante gli incontri del Processo di Oslo e in altri incontri internazionali sulle munizioni cluster.

Dalla lunga discussione di oggi, appare chiaro che esiste un forte supporto a favore di uno strumento giuridicamente vincolante sulle munizioni cluster, e un crescente desiderio politico di concludere l’accordo. Molte delegazioni hanno evidenziato la preoccupazione che scaturisce dall’uso delle munizioni cluster e l’importanza dell’assistenza alle vittime. I Paesi colpiti e in via di sviluppo hanno enfatizzato il bisogno e l’importanza di una cooperazione e di una assistenza internazionale.
Cluster
La maggioranza dei partecipanti ha riconosciuto che il testo in discussione a Vienna garantisce alla Conferenza un buon punto d’inizio per le discussioni. Alcuni Stati hanno identificato delle aree che richiederanno ulteriori discussioni, come quella critica della definizione, e del periodo di transizione.

E’ chiaro che rimane una grande varietà di punti di vista sugli obiettivi del futuro trattato. Molte delegazioni, soprattutto quelle dei paesi colpiti e in via di sviluppo, hanno sollecitato un bando totale, mentre altre, incluso Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Italia, Olanda, Svezia e Svizzera, hanno espresso il loro favore per uno strumento più limitato, che proibisca solo certi tipi di munizioni cluster.

Alcuni Stati, come l’Egitto hanno enfatizzato il bisogno di includere i maggiori utilizzatori e produttori di munizioni cluster, e di continuare a lavorare sia all’interno del Processo di Oslo, sia all’interno dell’altro forum rappresentato dal CCW (Convention on Certain Conventional Weapons).

Riguardo le condizioni per la bonifica e la distruzione delle munizioni cluster, l’articolo 4 del testo di Vienna, l’ UNDP (United Nations Development Programme), la CMC (Cluster Munition Coalition) e alcuni Stati, hanno sottolineato il bisogno di un cambiamento di terminologia per riflettere l’importanza dell’educazione al rischio. Gli Stati si sono trovati d’accordo sul valore dell’esperienza accumulata nel precedente processo di messa al bando delle mine antipersona, ma dubbi sono emersi sul tema, presente nel testo di Vienna, di accorciare le scadenze per la bonifica da 10 a 5 anni. La CMC, l’ UNDP e l’ ICRC (International Committee of the Red Cross) hanno affermato che la scadenza di 5 anni stabilirebbe un significativo intervallo temporale che permetterebbe ai paesi di presentare piani concreti per la bonifica, e rivolgere la loro attenzione ai bisogni di assistenza, con la possibilità di invocare un’estensione in circostanze estreme. Il Laos ha avanzato la legittima preoccupazione che la scadenza di 5 anni non sia realistica per completare le operazioni di bonifica. Altri Stati, come la Francia, hanno anche loro messo in dubbio il realismo della scadenza a 5 anni.

La Francia ha anche contestato la retroattività del nuovo trattato, e altri Stati, inclusa la Gran Bretagna, hanno espresso particolare preoccupazione per la formulazione del testo nella parte relativa alla responsabilità particolare degli stati utilizzatori. Molti altri Stati, così come la CMC e l’UNPD, hanno fortemente appoggiato questa visione.

Per il grande numero di interventi registrati la sessione sull’assistenza alle vittime è stata spostata al giorno seguente.

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