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Porto d'armi: norme più rigide in Ue e in Italia

GB
Fonte: Unimondo - 01 dicembre 2007

Importanti novità per quanto riguarda il porto d'armi in Europa e in Italia. Ieri, con una maggioranza schiacciante il Parlamento Europeo ha approvato una direttiva che introduce condizioni più rigorose per acquistare e detenere armi da fuoco, prevede un sistema di tracciabilità attraverso la marcatura marcatura unica e impone di istituire un archivio informatico che conservi per almeno 20 anni tutte le informazioni relative al commercio di armi nell'Ue compresi i dati relativi alle importazioni da paesi terzi. Le nuove norme, che modificano la direttiva in vigore relativa al controllo dell'acquisizione e della detenzione di armi, mirano a recepire recepire nell'Ue le disposizioni contenute nel protocollo Onu contro la fabbricazione e il traffico illeciti di armi da fuoco, firmato nel dicembre del 2001. Norme più severe nell'acquisto di armi anche attraverso internet.
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Significativo che il Parlamento si sia espresso a favore quasi all'unanimità. Sono stati, infatti, 588 voti favorevoli, 11 le astensioni e 14 i contrari tra cui un solo italiano, il leghista Speroni, mentre si è dissolta l'opposizione dei finlandesi, che erano contrari al giro di vite, ma che hanno cambiato posizione dopo il recente episodio dell'eccidio in un liceo presso Helsinki. La direttiva estende il campo d'applicazione anche alle parti e alle munizioni delle armi da fuoco, comprese quelle importate da paesi terzi. Le nuove norme non si applicano, invece, ad armi e munizioni delle forze armate, della polizia o dei servizi pubblici, dei collezionisti e degli organismi a carattere culturale e storico in materia di armi e riconosciuti come tali dal proprio Stato membro. L'età minima per possedere qualsiasi tipo di arma è fissata a 18 anni, anche se qualche deroga viene resa possibile se vi è una supervisione diretta di un adulto con licenza. Gli Stati membri avranno in ogni caso la possibilità di imporre regole più rigide di quelle richieste dalla direttiva europea.

Comma cruciale della nuova disposizione è l'estensione della definizione di arma da fuoco al fine di includere pistole da collezione che possono essere riconvertite in armi letali come ha dimostrato la parlamentare britannica Arlene McCarthy (Gruppo Socialista) comperando e portando una replica di una calibro 9mm Smith & Wesson nell'aula del Parlamento europeo. Un meccanismo, quello delle "repliche" che ad oggi permette di avere una diffusione maggiore di armi pericolose a partire da singoli pezzi che solo di poco si discostano da quelli pienamente efficaci. La direttiva impone inoltre agli stati membri di dotarsi di un archivio computerizzato entro il 2015, un database che dovrà contenere i dati di tutte le armi da fuoco.

"L'unico aspetto negativo di questa decisione - commenta Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana per il Disarmo - è che solo le nuove armi acquistate dovranno confluire in questo particolare registro. Se un possessore di pistola non è attualmente obbligato a dichiararla, non sarà soggetto a nessun obbligo in tal senso". Un problema non da poco, soprattutto in alcuni paesi dell'Unione che non dispongono attualmente di meccanismi di controllo avanzati. "Il Parlamento non ha saputo trovare un accordo su questo punto, ma in compenso la Commissione Europea pare intenzionata ad esaminare la possibilità di sottoporre a licenza tutte le armi - conclude Vignarca - almeno secondo quanto espresso nella conferenza stampa di presentazione della nuova Direttiva".

Soddisfatte del risultato ottenuto anche le organizzazioni per il controllo degli armamenti: "Oggi i governanti d'Europa hanno riconosciuto che la violenza perpetrata con le armi non può essere combattuta dai soli stati nazionali - ha affermato Rebecca Peters, direttrice di IANSA (International Action network on Small Arms) di cui anche Rete Disarmo è membra - e nonostante alcune concessioni alla lobby dei cacciatori si tratta di un buon primo passo verso la riduzione di tutte quelle morti senza senso causate nelle nostre strade, scuole e case dalla fin troppo facile diffusione di fucili e pistole".

Secondo un sondaggio pubblicato da un'ONG svizzera, che ha preso in considerazione il possesso di armi leggere in Europa, in Finlandia su ogni 100 persone 46 posseggono armi leggere, a Cipro 36, in Estonia e Olanda 9 e in Polonia una. L'Italia è a quota 12. Un quadro evidentemente influenzato dalle tradizioni culturali, venatorie e sportive di ogni paese.

In Italia, intanto, un disegno di legge approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri, rivede la normativa del testo unico n.773 del 1931 anche per le armi "regolarmente detenute" potenziando i controlli in materia di acquisto, denuncia, detenzione, custodia e porto delle medesime e introducendo una verifica "almeno biennale" sui requisiti psico-fisici richiesti costituendo un apposito organo collegiale medico presso le aziende sanitarie locali (ASL).

In particolare, viene vietata la vendita o la cessione di armi comuni a privati senza il "nulla osta" all'acquisto e alla detenzione. Vengono rideterminate le sanzioni come l'arresto e l'ammenda per chi aliena le armi, sia per l'acquirente che per il cessionario. Il questore è l'autorità preposta al rilascio del nulla osta, che in nessun caso può essere rilasciato a minori. Ma attenzione: il nulla osta all'acquisto è valido per il trasporto 'non più soltanto nei luoghi di privata dimora ma anche, nei casi di bisogno accertato, all'interno di ogni altro luogo ove venga esercitata un'attività commerciale, professionale o imprenditoriale'.

Il ddl era stato preannunciato alcune settimane fa dal Ministro dell'Interno, Giuliano Amato, dopo il caso dell'uomo che a Guidonia ha aperto il fuoco dal balcone di casa uccidendo due persone. La licenza di porto d'armi può essere rifiutata oltre che per i soggetti condannati per delitti non colposi contro le persone commessi con violenza, per reati contro la persona o il patrimonio, contro lo Stato e l'ordine pubblico, oppure condannati per diserzione in tempo di guerra o porto abusivo di armi, anche per coloro che siano stati condannati per delitti diversi, o non siano di buona condotta ovvero non diano sufficiente affidamento di non abusare delle armi. Il porto d'armi e il nulla osta non possono essere rilasciati a chi non dimostri di avere l'idoneità psicofisica e la capacità tecnica al maneggio delle armi.

Note: Articolo al link http://unimondo.oneworld.net/article/view/155770/1/
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