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Da Sigonella il via al nuovo piano satellitare delle forze armate Usa

Futura base per i velivoli senza pilota della Marina Usa, Sigonella sta per ospitare uno dei due terminali terrestri del nuovo sistema di comunicazioni satellitari MUOS delle forze armate statunitensi. Si tratta di un programma da 3,26 miliardi di dollari che sarà completato entro il 2011, funzionale alle strategie di militarizzazione dello spazio e alle guerre globali del XXI secolo. La scelta di Sigonella avviene nonostante la base sia stata giudicata inidonea per l'altissimo rischio di irradiazione elettromagnetica degli impianti MUOS. Ma il governo italiano non ha niente da dire?
13 giugno 2007


L’obiettivo è quello di accrescere in modo significativo le comunicazioni delle forze militari Usa in qualsiasi scacchiere internazionale, ampliandone capacità belliche e superiorità offensiva. Lo strumento è il Mobile User Objective System (MUOS), un costosissimo e sofisticato sistema di comunicazione satellitare ad altissima frequenza (UHF) in via d’installazione da parte degli Stati Uniti. Il MUOS assicurerà la connessione voce e video e la trasmissione dati via satellite a banda bassa (al di sotto dei 64kpbs) ai reparti militari Usa e alleati operanti su siti mobili o fissi (aerei, unità navali, velivoli terrestri, sottomarini, ecc.). Un sistema di telecomunicazione che integra comandi, centri di intelligence, postazioni radar e nuove armi d’attacco (cacciabombardieri, missili da crociera, velivoli senza pilota, ecc.) e che vede come elementi cardine cinque nuovi satelliti e due stazioni terrestri. L’ulteriore tappa del processo di militarizzazione dello spazio e di rilancio delle guerre stellari e delle strategie di “primo colpo” nucleare prenderà il via proprio quest’anno in Sicilia. Il bilancio approvato dal Congresso degli Stati Uniti per l’anno fiscale 2007 prevede infatti una spesa di 13.051.000 dollari per l’installazione nella base di Sigonella della prima stazione di controllo terrestre del Mobile User Objective System (l’altra sarà alle Hawaii).

L’agenzia a cui è stata affidata la realizzazione e la gestione del programma MUOS è lo Space and Naval Warfare System Command (SPAWAR) di San Diego, California, il maggiore dei comandi della Marina nella gestione dei sistemi di guerra e C4ISR (Comando, Controllo, Comunicazioni e Computer, Intelligence, Sorveglianza e Riconoscimento). Costituito nel maggio 1985 come “Echelon II Command” (la rete segreta di ascolto sotto il controllo della National Security Agency (NSA) e della CIA in grado di intercettare e decodificare conversazioni telefoniche e radio, fax, e-mail, Internet, ecc.), SPAWAR coordina alcuni laboratori di ricerca e centri ingegneristici negli Stati Uniti e all’estero impegnati a promuove soluzioni tecnologiche innovative in campo militare con particolare enfasi nello sviluppo dei sistemi spaziali e di sorveglianza sottomarina. Da una sua filiale con sede a Chesapeake, Virginia, attiva nella gestione di software e sistemi integrati dipende il distaccamento SPAWAR operativo a Sigonella nel supporto tecnico-informatico della Marina Usa nel Mediterraneo. Da oggi questo distaccamento è promosso a coordinare il piano spaziale più ambizioso dell’Us Navy per il XXI Secolo.

“Il sistema MUOS è parte dell’architettura di trasformazione delle comunicazioni satellitari militari”, spiega l’ammiraglio Victor See Jr. comandante dello “Space and Naval Warfare Systems Command” e responsabile del settore ricerca, sviluppo ed acquisizione spaziale della Marina Usa. “Stiamo realizzando il MUOS a partire dalle infrastrutture terrestri associate per poi connetterlo ai terminal e ai siti periferici JTRS (Joint Tactical Radio System) del servizio UHF. Le comunicazioni ad altissima frequenza sono uno dei principali obiettivi di interconnessione con gli utenti mobili — esercito, marina ed aeronautica militare — nei teatri periferici di guerra. Il primo satellite MUOS sarà lanciato entro il dicembre 2009 e la piena operatività orbitale avverrà nel marzo 2010. Sono previsti altri quattro lanci entro il marzo 2011. Quando il sistema sarà completo ci sarà una coppia di sistemi satellitari che assicureranno il trasferimento di informazioni dalle unità di guerra operanti a terra o in mare verso lo spazio a da lì ai terminali terrestri. Il sistema MUOS utilizzerà anche tecnologia di tipo commerciale…”.

Il riferimento dell’ammiraglio Victor See ad una “coppia di sistemi satellitari” è dovuto al fatto che in una prima fase il MUOS si coordinerà (sino a sostituirlo) con il sistema “UFO” (Ultra High Frequency Follow-On) in funzione dal 1993 con la messa in orbita di undici satelliti per le comunicazioni ad altissime frequenze. “Rispetto all’UFO il Mobile User Objective System assicurerà maggiore mobilità, facilità di accesso e migliore qualità del servizio agli utenti”, aggiunge il comandante di SPAWAR. “MUOS opererà come un provider sviluppando le più moderne funzioni della telefonia cellulare. Esso convertirà la terza generazione commerciale del sistema di telefonia cellulare (3G) in un sistema radio militare UHF SATCOM utilizzando satelliti geostazionari invece di antenne cellulari”.

Il programma MUOS si sta sviluppando in più fasi. La prima di esse si è conclusa nel giugno 2001 quando otto gruppi industriali (Boeing, Globalstar, ICO/Teledesic, INMARSAT, Orbital Sciences, Lockheed Martin, Raytheon e Spectrum Astro) hanno elaborato per conto del Dipartimento della Difesa la struttura concettuale del nuovo sistema di comunicazione satellitare. Nel giugno 2004 è stato costituito il PEO-Space Systems Satellite Communications Office (PMW-146) a cui è stata affidata la gestione dei sistemi spaziali in uso alla Marina (come l’UFO) e l’acquisizione del MUOS. Il 24 settembre dello stesso anno il PMW-46 ha sottoscritto con la Lockheed Martin Space Systems di Sunnyvale (California) un contratto di 2,1 miliardi di dollari per realizzare i primi due satelliti e gli elementi predisposti al controllo terrestre (questi ultimi poi sub-affidati alla General Dynamics e alla Boeing). Per rendersi conto delle ingenti risorse finanziarie che saranno assorbite dal nuovo sistema di telecomunicazioni è opportuno segnalare che il contratto con la Lockheed prevede un’opzione per la costruzione di altri tre satelliti per una spesa finale di 3,26 miliardi di dollari.

Il terminale terrestre MUOS ad altissimo rischio elettromagnetico

A sancire la seconda fase, quella più prettamente operativa, nello sviluppo dell’ultima generazione dei sistemi satellitari militari è dunque l’installazione del primo terminale terrestre a Sigonella. L’identificazione della base aeronavale siciliana è stata fatta dall’ufficio PMW-146 SPAWAR e questo nonostante i gravissimi pericoli di irradiamento elettromagnetico generati dalle stazioni MUOS. I rischi all’ambiente e alla popolazione che vive e lavora all’interno o nei pressi della base sono perfettamente a conoscenza della Marina Usa. Lo scorso anno infatti il PMW-146 ha affidato alla AGI (Analysis Software for Land, Sea, Air & Space) di Exton, Pennsylvania, l’elaborazione di un modello di verifica dei rischi di irradiazione elettromagnetica (“Sicily RADHAZ Radio and Radar Radiation Hazards Model”) del sistema di telecomunicazione da terra MUOS. L’AGI è una delle maggiori società al mondo nella valutazione dei rischi ambientali delle nuove tecnologie. Ha eseguito ricerche per conto del Pentagono e delle principali aziende del complesso militare-industriale Usa ed è presente internazionalmente attraverso alcune controllate (in Italia è rappresentata dalla Gmspazio Srl di Roma). Ecco cosa si legge sul sito internet dell’AGI relativamente al lavoro di analisi effettuato nella base siciliana: “Il Sicily RADHAZ Model è stato implementato con successo presso l’aeroporto di Sigonella e ha giocato un ruolo significativo nella decisione di non utilizzare il sito di Sigonella per il terminale terrestre”. L’esito è stato dunque quello di scartare l’ipotesi di utilizzo di questa base, evidentemente per l’insostenibile impatto elettromagnetico. C’è da chiedersi allora perché la Marina Usa ha invece deciso di confermate la scelta di Sigonella per l’installazione della stazione terrestre MUOS e quali saranno le conseguenze dell’irradiazione in un’area dove già si registrano altissimi tassi di mortalità per cancro dovuti probabilmente alle componenti stoccate nella base e alle attività militari che vi si realizzano. Due temi su cui sarà assolutamente necessario chiedere spiegazioni al governo italiano, ammesso che esso sia stato messo al corrente del nuovo sistema satellitare e dei sui suoi gravi pericoli per gli abitanti e il territorio.

A ciò va poi aggiunto che di recente sono stati realizzati a Sigonella altri impianti di trasmissione satellitare di altissimo livello strategico. Nell’ambito del cosiddetto programma “GBS” (Global Broadcast Service), dal 2005 Sigonella ospita uno dei due principali siti di trasmissione del sistema gestito da un team appartenente ad esercito, marina, corpo dei marines ed aeronautica militare degli Stati Uniti. Il Global Broadcast Service – secondo quanto riferito dai vertici delle forze armate - “assicura la trasmissione veloce e in qualsiasi parte del globo di video, immagini ed altre informazioni top secret o non coperte da segreto su richiesta delle forze militari. GBS garantisce alle unità di combattimento le informazioni di fonte satellitare che sono considerate prioritarie dai Comandi CINC/JTF (…) GBS sostiene le operazioni di routine e le esercitazioni militari, le attività speciali, la risposta in caso di crisi, la predisposizione degli obiettivi degli attacchi e l’intelligence. GBS supporterà inoltre il passaggio e la conduzione di brevi operazioni di guerra nucleare”. Anche in questo caso l’obiettivo fondamentale del sistema è quello di assicurare sempre e dovunque la “superiorità” sugli avversari “per condurre nel migliore dei modi e con precisione le operazioni di conflitto armato”.

Il Global Broadcast Service è integrato con gli altri sistemi di comunicazione satellitari civili e militari e conta su una componente spaziale e su alcuni siti di trasmissione e ricezione fissi o trasportabili. Ai siti terrestri tipo Sigonella giungono costantemente flussi di dati provenienti da varie fonti di informazione, inclusi i comandi e le agenzie metereologiche e d’intelligence e perfino dai network televisivi commerciali. Le informazioni vengono selezionate e poi inviate dalle antenne ai satelliti in orbita; da lì vengono infine trasferite ai siti di ricezione terrestri presenti in differenti teatri operativi.

Dal 2003 Sigonella ospita inoltre l’unico sistema mobile C4I (Command, Control, Communications, Computers and Intelligence) delle forze armate Usa in Europa. Si tratta del “Joint Mobile Ashore Support Terminal” (JMAST): esso garantisce al Comando delle forze navali statunitensi la gestione e il controllo delle unità di superficie e subacquee in tutti gli aspetti operativi. Il JMAST, il cui costo unitario è di quattro milioni di dollari, è equipaggiato per rispondere alle differenti modalità di comunicazione: in EHF (Extremely High Frequency), Super High Frequency (SHF), High Frequency e Very High Frequency (HF e VHF), ecc.. Il JMAST non è solo un sistema navale; esso può operare congiuntamente con i sistemi in uso all’esercito e all’aeronautica militare Usa. Essendo un sistema mobile può essere trasportato in qualsiasi area sottoposta alla responsabilità del comando europeo. Il JMAST di Sigonella è stato trasferito per brevi periodi in Bahrain, Georgia e Pakistan.

Antonio Mazzeo - Redazione Terrelibere.org

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