I sindacati: ristabilire verità sui problematici F-35

La posizione di FIM e FIOM dopo le votazioni al Senato
Fonte: AdnKronos - 9colonne - 17 luglio 2013

F35 critical area DIFESA: FIM, SU F35 RIPRISTINARE VERITA' E RESPONSABILITA'


"Sulla vicenda relativa al coinvolgimento italiano al Programma F35 sarebbe opportuno ripristinare verita' e responsabilita', al di la degli schieramenti".Lo chiedono il segretario nazionale della Fim Cisl e coordinatore dell'industria aerospaziale, Marco Bentivogli, e Gianni Alioti, responsabile dell'ufficio internazionale. "Sarebbe, a questo fine, piu' corretto - sottolineano - che esponenti dell'Aeronautica Militare conoscano le ricadute industriali e ingegneristiche del progetto. Il numero di persone coinvolte direttamente a oggi (e in futuro) nel programma, non solo a Cameri ma nell'intero settore, non superera' le 600 unita'".
"Cifra lontanissima dai 10.000 occupati dichiarati e ben al di sotto del personale impegnato in precedenza in altri programmi aeronautici europei. Tra questi, l'Efa che rischia di subire un disinvestimento nelle sue necessarie nuove configurazioni, generandosofferenze occupazionali nell'area torinese", dicono Bentivogli e Alioti, per i quali il segretario generale della Difesa, Claudio Debertolis "farebbe bene a procurarsi gli accordi sindacali firmati in questi anni in ambito Finmeccanica con Alenia Aermacchi, sui processi di riorganizzazione e gestione degli esuberi". 
"Si accorgerebbe che, in Italia, il saldo occupazionale nel settore aerospaziale, in particolare nella difesa, e' negativo e che le fonti di finanziamento per l'innovazione e ricerca del settore sono state completamente azzerate (vedi legge 808), fondi, peraltro, che venivano usati su programmi proprietari (civili e militari), in cui siamo protagonisti tecnologici e con ampie ricadute occupazionali e ingegneristiche e non semplici fornitori", concludono Bentivogli e Alioti.


F35, MASAT (FIOM): ADESIONE A PROGRAMMA USA PUO' ESSERE NEGATIVA SU PIANO INDUSTRIALE 

"La scelta del Senato di confermare sostanzialmente l'adesione al programma di acquisizione degli F35, mostra la distanza che c'è tra alcune decisioni che vengono assunte in Parlamento rispetto ai veri problemi del nostro Paese." E' quanto afferma, in una nota, Massimo Masat, coordinatore nazionale Fiom-Cgil del gruppo Finmeccanica. "Esporre lo Stato a costi esorbitanti - aggiunge - rischia di produrre dei disastri anche industriali, oltre a contraddire la necessità di razionalizzare le spese della Difesa a favore di necessità urgenti per il Paese." "Sostenere, come ha fatto il Ministro della Difesa, che la costruzione degli F35 produrrà occupazione, significa fare un'affermazione non del tutto fondata. Ciò perché se, da un lato, a Cameri ci saranno delle assunzioni, prevalentemente di operai, tali assunzioni saranno inferiori allo scarico di lavoro che coinvolgerà operai, tecnici ed ingegneri delle linee di progettazione e montaggio di altri nostri velivoli, a partire dagli Efa".
"Questa degli F35 - conclude Masat - non è un'operazione industriale ma, piuttosto, una forma di assoggettamento a tecnologie straniere, in questo caso statunitensi, che produrrà solo elementi di impoverimento dell'industria aeronautica nazionale, cioè di uno dei nostri punti di forza industriale. E per fare questo capolavoro, l'Italia è disposta a spendere anche parecchi miliardi di euro." "Se questo è il governo "del fare", sarebbe meglio che evitasse, come in questo caso specifico, di fare del male al nostro Paese.".