"Quegli aerei costano il doppio" i comitati NO F35 alla Camera

Qual è il prezzo dei velivoli? La Difesa fornisce dati diversi
Daniele Martini
Fonte: Il Fatto Quotidiano - 07 marzo 2012

Ma quanto costano davvero gli F35, i supertecnologici e supersofisticati cacciabombardieri Joint Strike Fighter che l’Italia sta per acquistare? Il ministro Giampaolo Di Paola e i rappresentanti del Segretariato generale della Dicesa hanno fornito cifre relativamente basse ai parlamentar F35 i delle commissioni Difesa di Camera e Senato e poi nelle dichiarazioni e nelle interviste: 80 milioni di euro per i primi velivoli, che dovrebbero scendere addirittura a 55 milioni per effetto delle economie di scala quando tra qualche anno la produzione passerà a regime. Dati che forse nelle intenzioni di chi li ha forniti vorrebbero essere tranquillizzanti. Ma che risultano anche assai più bassi di quelli finora presi ufficialmente per buoni dallo stesso ministero della Difesa per calcolare gli stanziamenti delle note previsionali. Secondo questi dati, ogni F35 costerebbe non 55, ma circa 100 milioni di euro, quasi il doppio.

Evidentemente c'è qualcosa che non torna e la faccenda dei costi del cacciabombardiere sta diventando davvero spinosa. Non solo perché si ha l’impressione che l’Italia stia per lanciarsi in un clima di confuso pressappochismo in un’avventura finanziaria sproporzionata per le sue possibilità, almeno 10 miliardi di euro di spesa (quasi quanto due ponti sullo Stretto di Messina), nel caso venga mantenuta l’intenzione di comprare 90 jet al posto dei 131 previsti all’inizio. E non solo perché inoltre tutto ciò avviene in un momento di tagli al welfare e alle pensioni e mentre vengono richiesti sacrifici dolorosi.

La storia dei costi sta diventando scabrosa anche per altre ragioni: le cifre ballerine e rassicuranti fornite dalle fonti ufficiali sembrano strumentali all’idea che l’Italia debba partecipare ad ogni costo al progetto. Secondo Francesco Vignarca e Giulio Marcon, sentiti ieri dai parlamentari della commissione Difesa della Camera in qualità di rappresentanti delle numerose organizzazioni riunite nella campagna “Taglia le ali alle armi”, la vicenda delle cifre sta diventando addirittura sospetta. Tutti i dati ufficiali forniti finora sembrano elaborati a spanne, ma con un sistema di calcolo legato con un filo rosso: la volontà di sottostimare il peso finanziario dell’operazione.
Quella dei comitati no F35 è un’accusa grave, lanciata non a cuor leggero, basata sull’analisi di dati non forniti a fantasia dagli stessi organizzatori della campagna, ma su cifre ufficiali. Cifre di provenienza non italiana, elaborate dagli altri paesi che partecipano al consorzio dell’F35, a cominciare dagli Stati Uniti che sono la culla del progetto essendo il luogo dove ha sede l’azienda produttrice dell’aereo, la potente e influente Lockheed Martin. Ma che sono anche la nazione dove stanno crescendo dubbi sul rapporto tra costi e benefici, non solo tra i democratici del presidente Barack Obama, ma anche tra repubblicani influenti come l’ex candidato presidente John McCain, ex pilota di caccia in Vietnam.

Sulla base dei dati di provenienza internazionale i comitati no F35 hanno calcolato un costo vivo e medio per velivolo di 115 milioni di euro, senza contare le spese di manutenzione e la spesa per ogni ora di volo, aumentata del 250 per cento in un decennio. Calcolando anche queste voci il Parliamentary Budget Officer del Canada ha stimato che ogni F35 possa costare in media circa 350 milioni di euro dal momento dell’acquisto fino alla rottamazione.
La cifra di 115 milioni probabilmente dovrà essere rivista al rialzo considerando l’ammontare degli st Stop F-35 anziamenti inseriti nel budget 2013 del Dipartimento Usa della Difesa per l’acquisto concreto, non per la previsione di acquisto, dei primi F35. Questi dati sono stati studiati da Gianni Alioti, dell’ufficio internazionale Fim-Cisl che ha calcolato per la versione F35 A (destinata all’Air Force) un costo di 134 milioni di euro, che diventano addirittura 200 milioni per le versioni B e C (velivoli con il gancio per l’atterraggio sulle portaerei e jet a decollo verticale), le versioni preferite dal nostro ministero della Difesa.

Facendo leva su questi dati clamorosi, i comitati anti F35 formulano due richieste, sulla base non di convincimenti ideali o pacifisti (ai quali pure non rinunciano), ma sulla scorta di un’analisi economica applicata alle faccende militari. Chiedono una commissione parlamentare sulle spese per gli F35 e, dal momento che siamo ancora in tempo per scongiurare quello che rischia di diventare un gigantesco spreco, e poi chiedono che l’Italia rinunci totalmente all’acquisto dei caccia. Finora abbiamo speso circa 2,7 miliardi di euro solo per poter partecipare all’avvio dell’operazione, ma i contratti definitivi non sono stati firmati. Se l’Italia dovesse andare avanti, alla fine dovremmo spendere almeno quattro volte tanto.