L'ammissione sul piano F-35 "Non porterà nuovo lavoro"

Stime al ribasso: «All'inizio volevamo acquistarne quattro poi siamo scesi a tre»
Claudio Bressani
Fonte: La Stampa - 10 febbraio 2012

Negli hangar a Cameri si sta lavorando in strutture provvisorie per la parte della costruzione in capo all'Alenia, cioè ali e fusoliera.

Nessun posto di lavoro in più sarà creato dalla produzione in Italia dei caccia multi-ruolo F-35 Joint Strike Fighter: i 10 mila addetti previsti non basteranno nemmeno ad assorbire gli 11 mila oggi impegnati sull'«Eurofighter Typhoon,» il jet europeo per il quale si va verso una «cessazione della produzione».
L'ha ammesso il generale Claudio Debertolis, segretario generale della Difesa e direttore nazionale degli armamenti, nell'audizione di martedì alla commissione Difesa della'Ca-mera. La decisione di interrompere il progetto «Eurofighter» sarà la logica conseguenza della perdita della maxi-commessa di 126 aerei per l'India, che ha scelto il caccia francese Rafale. F35 in costruzione
I lavoratori saranno semplicemente trasferiti alle linee del nuovo velivolo sviluppato dalla Lockheed Martin, che in Italia sarà assemblato a Cameri. Il generale ha anche annunciato l'acquisto dei primi tre F-35A, la versione convenzionale, a un prezzo indicato in circa 80 milioni di dollari l'uno, per un totale di 180,8 milioni di euro.
II programma originario prevede per l'Italia la fornitura in totale di 131 velivoli, di cui 69 F-35A e altri 62 F-35B, il più costoso modello a decollo corto e attcrraggio verticale, di cui 110 da destinare all'Aeronautica e 21 alla Marina. Un piano che, ha detto il generale, sarà rivisto al ribasso: «Subito volevamo acquistarne quattro - ha detto - poi abbiamo deciso per tre. Mentre per quelli successivi stiamo agendo sull'allungamento delle consegne. I primi tre sono stati ordinati, ora sarà perfezionato il contratto. Servono anche per dimostrare che la Faco sa assemblare i velivoli». Il generale ha precisato i tempi: «A Cameri si sta lavorando in hangar provvisori per la parte che costruisce l'Alenia, cioè ali e fusoliera. A maggio sarà trasferita la lavorazione nei nuovi capannoni e dall'inizio del 2013 si cominceranno ad assemblare questi primi tre velivoli». Sull'entità della fornitura finale: «Non è un impegno da prendere subito. Il ministro elaborerà un numero finale di velivoli da acquistare, coerente con il modello di difesa. An¬che se questo numero sarà molto più basso dei 131 iniziali, il nostro compito sarà di assicurare alla nostra industria il lavoro: cercheremo di avere l'assemblaggio di altri Paesi».
Restano gli interrogativi sui costi: «I primi tre velivoli sono quelli che costano di più in proporzione perché sono quelli che nascono quando lo sviluppo non è ancora completo. Partono con costi elevati per poi arrivare a regi¬me». Secondo le indicazioni forni¬te, i successivi dovrebbero costa¬re 55 milioni di dollari l'uno, contro i 79 dell'Eurofighter. Cifra che ha suscitato più di una perplessità, visto che si considerava superata già nel 2004 e un recente studio canadese arriva a ipotizzare una spesa di 148 milioni per ogni esemplare.