Il primo «F-35» all'Aerobase di Ghedi dà la scossa al mondo pacifista
Sinistra Italiana: «Un'altra spesa inutile e dannosa» Don Corazzina: «Come cittadino e come sacerdote la mia valutazione è negativa su politiche di riarmo».
Ha dato la «scossa» al mondo pacifista bresciano la notizia, riportata venerdì da Bresciaoggi, della prima presentazione pubblica del cacciabombardiere F-35 sulle piste dell'aerobase di Ghedi. Un «trending topic», come si dice, che in rete ha raggiunto in poche ore visualizzazioni a cinque cifre e centinaia di condivisioni già il primo giorno. E i commenti nei «social», tantissimi per l'effetto moltiplicatore delle condivisioni, sono in larga parte negativi. Perchè gli F-35 sono «aerei da guerra» e perché «costano un sacco di soldi»: i primi esemplari 120 milioni di euro l'uno, ora in discesa verso gli 80 milioni sfruttando le economie di scala.
CON UNA LETTERA a Brescia- oggi prende posizione anche il circolo di Brescia di Sinistra Italiana, che da una battuta di amara ironia («Il popolo ha fame? Che mangi gli F-35») lascia partire una severa censura alle politiche nazionali della Difesa («l'Italia spende 23 miliardi all'anno in! spese militari») e poi riflette sul ruolo di Ghedi nel contesto globale di un mondo scosso da tamburi di guerra: «Ghedi presenta già una serie di criticità alle quali porre rimedio - sostiene Emanuele Consoli, di Sinistra Italiana Ghedi -. Questa è l'ennesima azione superflua e purtroppo dannosa, non solo per il principio della pace ma anche per le casse dei cittadini. Ricordiamoci, per restare in tema, della presenza nella base di 20 bombe atomiche americane B-61 e, sempre in territorio ghedese, della presenza della ditta Rwm Italia, sussidiaria della tedesca Rheinmetall, che ha venduto bombe all'Arabia Saudita usate per la guerra in Yemen. Fatti che non possono essere taciuti». In rete è don Fabio Corazzina, parroco di Santa Maria in Silva e figura di riferimento del pacifismo bresciano, a commentare con amarezza e preoccupazione: «A Ghedi è arrivato il primo F-35, "caccia invisibile" e costosissimo. Tra poco rinnoveremo le armi nucleari e via alla guerra - scrive don Fa! bio, che in risposta a un commento aggiunge -: parlo da cittadino oltre che sacerdote. Sul tema guerra e nonviolenza indico la scelta che ho fatto, esprimendo una valutazione negativa su politiche di riarmo. Più volte la chiesa ha fatto "mea culpa", anche se condivido la necessità di ulteriore purificazione e riforma». Seguono centinaia di «mi piace» e condivisioni.
SI È RIATTIVATO insomma un dibattito che sembrava sopito. Anche se, come precisato da Bresciaoggi, quella di Ghedi è stata solo una presentazione informativa dell'F-35, la cui entrata in servizio operativo difficilmente avverrà prima del 2020, in forte ritardo su un programma internazionale a cui l'Italia partecipa come partner di 2° livello sin dal 1998, con un requisito iniziale di 131 aerei, poi tagliati a 90, in prevalenza destinati proprio a Ghedi.