Dal Consiglio Comunale di Como la richiesta di stop ai caccia F35
Nella seduta di ieri sera il consiglio comunale ha proseguito la discussione e la votazione delle mozioni consiliari iscritte all’ordine del giorno. L’assemblea ha approvato (con 18 voti favorevoli e 5 astenuti) la mozione presentata dai consiglieri Marco Servettini, Andrèe Cesareo, Guido Rovi, Italo Nessi, Ivano Cairoli, Luigi Nessi, Vincenzo Sapere, Luca Ceruti, Mario Forlano, Giorgio Selis, Marco Tettamanti, Patrizia Lissi, Guido Frigerio, Raffele Grieco, Filippo Bianchi, Andrea Luppi, Stefano Legnani, Vito De Feudis, Gioacchino Favara. 
Con il provvedimento, il consiglio comunale chiede al Parlamento e al Governo italiano di non procedere all’acquisto dei cacciabombardieri F35 “destinando i soldi risparmiati al rilancio e allo sviluppo del paese” (è previsto l’acquisto di 131 mezzi con un costo che insieme alla manutenzioni d’uso supera i 55miliardi di euro), “di procedere ad una rapida revisione e riduzione complessiva della spesa militare ridefinendo altresì, in modo aperto e democratico, una nuova politica di sicurezza e una rinnovata politica estera italiana ed europea coerenti con il dettato della nostra Costituzione e la Carta delle Nazioni Unite”. Il provvedimento impegna altresì il sindaco e la giunta “a collaborare fattivamente con il Coordinamento nazionale degli enti locali per la Pace e i Diritti umani per rafforzare l’impegno degli enti locali per il disarmo e la sicurezza umana”.
No agli F35, il Comune di Como contro il Governo
Si è passati così alla discussione della mozione,  presentata da Marco Servettini, Amo la mia città, che vuole dare un  senso all’appartenenza di Como alle Città messaggere di Pace. Uno  scritto che «chiede al Parlamento e al Governo di non procedere  all’acquisto del cacciabombardiere F35 destinando i soldi risparmiati  allo sviluppo del Paese; di procedere ad una rapida revisione e  riduzione complessiva della spesa militare», con una politica estera  conforme all’art. 11 della Costituzione repubblicana, e che «impegna il  Sindaco e la Giunta a collaborare fattivamente al Coordinamento  nazionale degli Enti locali per la Pace e i Diritti umani». «Non c’è una  Spending Review sulla difesa – ha precisato Servettini – non ha  avuto nessun taglio». «Credo si spenda troppo in armi» gli ha fatto eco  Luigi Nessi. La proposta è passata con il voto favorevole della  maggioranza e l’astensione delle minoranze.








