Dal Consiglio Comunale di Como la richiesta di stop ai caccia F35

Approvata mozione consiliare: destinare i soldi risparmiati al rilancio e allo sviluppo del paese
Fonte: Comune di Como - 30 ottobre 2012

Nella seduta di ieri sera il consiglio comunale ha proseguito la discussione e la votazione delle mozioni consiliari iscritte all’ordine del giorno. L’assemblea ha approvato (con 18 voti favorevoli e 5 astenuti) la mozione presentata dai consiglieri Marco Servettini, Andrèe Cesareo, Guido Rovi, Italo Nessi, Ivano Cairoli, Luigi Nessi, Vincenzo Sapere, Luca Ceruti, Mario Forlano, Giorgio Selis, Marco Tettamanti, Patrizia Lissi, Guido Frigerio, Raffele Grieco, Filippo Bianchi, Andrea Luppi, Stefano Legnani, Vito De Feudis, Gioacchino Favara. Sala Consiglio comune di Como Con il provvedimento, il consiglio comunale chiede al Parlamento e al Governo italiano di non procedere all’acquisto dei cacciabombardieri F35 “destinando i soldi risparmiati al rilancio e allo sviluppo del paese” (è previsto l’acquisto di 131 mezzi con un costo che insieme alla manutenzioni d’uso supera i 55miliardi di euro), “di procedere ad una rapida revisione e riduzione complessiva della spesa militare ridefinendo altresì, in modo aperto e democratico, una nuova politica di sicurezza e una rinnovata politica estera italiana ed europea coerenti con il dettato della nostra Costituzione e la Carta delle Nazioni Unite”. Il provvedimento impegna altresì il sindaco e la giunta “a collaborare fattivamente con il Coordinamento nazionale degli enti locali per la Pace e i Diritti umani per rafforzare l’impegno degli enti locali per il disarmo e la sicurezza umana”.

No agli F35, il Comune di Como contro il Governo


Si è passati così alla discussione della mozione, presentata da Marco Servettini, Amo la mia città, che vuole dare un senso all’appartenenza di Como alle Città messaggere di Pace. Uno scritto che «chiede al Parlamento e al Governo di non procedere all’acquisto del cacciabombardiere F35 destinando i soldi risparmiati allo sviluppo del Paese; di procedere ad una rapida revisione e riduzione complessiva della spesa militare», con una politica estera conforme all’art. 11 della Costituzione repubblicana, e che «impegna il Sindaco e la Giunta a collaborare fattivamente al Coordinamento nazionale degli Enti locali per la Pace e i Diritti umani». «Non c’è una Spending Review sulla difesa – ha precisato Servettini – non ha avuto nessun taglio». «Credo si spenda troppo in armi» gli ha fatto eco Luigi Nessi. La proposta è passata con il voto favorevole della maggioranza e l’astensione delle minoranze.