Appello ai deputati: fermate la decisione sui Caccia dello spreco

Oggi si votano alla Camera le mozioni sui cacciabombardieri F-35: visti costi e problemi tecnici incontrollabili chiediamo di bloccare l’acquisto o almeno di rinviare ogni decisione sino al completamento della riforma della Difesa
Fonte: Campagna "Taglia le ali alle armi!" - 28 marzo 2012

“Prima si discute e si decide il modello di difesa che vogliamo adottare e poi si decidono gli acquisti di cui abbiamo bisogno. Logica vuole che non si faccia il contrario.” Si conclude così l’appello che Rete Italiana per il Disarmo, Tavola della Pace e Campagna Sbilanciamoci! hanno rivolto ai deputati che oggi sono chiamati a votare le 8 mozioni sugli F-35. Camera dei Deputati

Il messaggio delle organizzazioni che da anni si battono contro l’acquisto dei cacciabombardieri è chiaro: “La invitiamo quindi ad esprimersi a favore delle mozioni che chiedono la chiusura completa della partecipazione italiana al programma o quantomeno a sostenere il rinvio di qualunque “decisione relativa all'assunzione di impegni per nuove acquisizioni nel settore dei sistemi d'arma, sino al termine del processo di ridefinizione degli assetti organici, operativi e organizzativi dello strumento militare italiano” come afferma la mozione sottoscritta da Pezzotta, Sarubbi e altri e presentata dai firmatari della mozione del 2010 elaborata dalla campagna “Taglia le ali alle armi”.

“Di fronte alla crisi economica e allo stato critico dei conti pubblici, riteniamo doverosa un’approfondita revisione parlamentare di tutte le spese per la difesa, come peraltro accade normalmente in tutti gli altri paesi occidentali”.

I problemi per il caccia F-35 continuano, nonostante le comunicazioni del Ministero della Difesa (anche al Parlamento) puntino ad essere erroneamente rassicuranti. In un documento ufficiale pubblicato pochi giorni fa il GAO (Government Accountability Office) del Congresso USA ha sottolineato come il programma JSF abbia già superato il miliardo di dollari di costo per soli 63 aerei. Nonostante la ristrutturazione degli ultimi tre anni conseguenze negative si sono avute sia nei costi sia nei tempi di realizzazione: dal giugno 2010 la spesa preventivata è aumentata di circa 15 miliardi di dollari, 5 miliardi per lo sviluppo e 10 per gli appalti. 

Rispetto al valore di riferimento approvato nel 2007, il costo totale è aumentato di circa 119 miliardi dollari e tutti gli stadi di produzione sono stati ritardati di 5 anni. Dato che il programma continua a registrare una crescita di costi e ritardi, le esigenze di finanziamento annuale sono senza precedenti: una media di più di 13 miliardi di dollari all'anno fino al 2035!

JSFail Tutto ciò porta a costi per il quinto lotto (quello cui appartengono i tre aerei che l'Italia dovrebbe ordinare) esplosi rispetto alle previsioni: secondo le ultime stime il costo unitario medio supererà i 200 milioni di dollari (dai 172 per la versione CTOL per l'Air Force ai 290 per la versione CV della Marina). Da notare poi che tale previsione di costo unitario non include le spese per le modifiche e aggiornamenti che saranno necessari per portare tutti gli aeromobili alla loro configurazione nominale… in pratica: ancora altri costi e ritardi.

Elementi che non si tradurranno in ritorni industriali ed occupazionali vantaggiosi per il nostro paese in rapporto alla ingente spesa di acquisto, se la stessa Alenia Aeronautica ha previsto un impatto occupazionale a regime (picco nel 2018) di circa 2.500 risorse (compreso outsourcing) di cui circa la metà da impiegare sul sito di Cameri. Ma sottolineando subito – in una comunicazione ufficiale alla Camera - che la riduzione dell’ordine italiano a 90 velivoli (-41 aerei) imporrà una rimodulazione dell’ipotesi di impatto occupazionale. Perché Lockheed Martin non regala niente e i suoi conti prevedono un profitto negli USA, non certo in Italia.

I Deputati hanno di che riflettere. Gli F-35 sono un grande, grandissimo spreco di denaro pubblico.