Anche Cesena contro i caccia F35

O.D.G.  votato dal Consiglio Comunale di Cesena  giovedì 23 febbraio 2012:

Hanno votato  SI:    P.D.  -  I.D.V. -  S.E.L.  - 5Stelle.

Hanno votato NO:   P.D.L. - LEGA - U.D.C. - P.R.I.

 

 

Ordine del Giorno contro l’acquisto dei cacciabombardieri F35 –

Campagna “ taglia le ali alle armi “

 

Il Consiglio Comunale  di  Cesena

Premesso che

il nostro Paese sta attraversando una gravissima crisi finanziaria ed economica che sta provocando un forte aumento della povertà, della disoccupazione, del disagio e dell’insicurezza sociale i cui segni sono già ben visibili sul nostro territorio;

negli ultimi anni è stata realizzata una drastica riduzione della spesa pubblica e in particolare dei fondi a disposizione in settori di vitale importanza per i cittadini come la sanità e l’istruzione; i fondi nazionali a carattere sociale (fondo politiche sociali, fondo per la non autosufficienza, fondo per i giovani,…) sono passati da 1,6  miliardi del 2007  a meno di 200  milioni di euro del 2012;

il fondo per il servizio civile è stato ridotto da 299 milioni del 2008  a 68 milioni del 2012 e di conseguenza nel 2013 non sono previsti nuovi avvii senza un urgente rifinanziamento;

i tagli agli Enti Locali e alle Regioni nel periodo 2011-2013 superano i 33 miliardi di euro e hanno compromesso la loro capacità di fornire risposte concrete ed efficaci alle necessità fondamentali dei cittadini e delle famiglie;

considerato che negli ultimi decenni i problemi della sicurezza economica, sociale e ambientale hanno assunto una posizione prioritaria rispetto a quelli della difesa militare e che gli stati hanno sempre più difficoltà ad assicurare la necessaria coesione sociale ed economica e quindi a mantenere la pace interna;

ricordando che l’ONU e l’Unione Europea sono da tempo impegnati ad ampliare la dimensione umana del concetto di pace e sicurezza includendovi il benessere economico, stabilità politica, democrazia, sviluppo, pace sociale, diritti umani e bisogni primari quali educazione, salute, alimentazione, alloggio;

considerato che l’Italia aveva previsto nel 2002 di acquistare 131 cacciabombardieri F35 denominati Joint Strike Fighter (JSF) per un costo di circa 15 miliardi di euro a cui si deve sommare un costo d’uso e di manutenzione valutato in oltre 40 miliardi di euro;

considerato che si tratta di un’arma da guerra con capacità di trasporto di ordigni nucleari palesemente in contrasto sia con l’articolo 11 della Costituzione italiana che con la Carta dell’ONU e che le missioni di pace previste dalle Nazioni Unite escludono l’impiego di simili ordigni distruttivi;

considerato che, anche secondo il Pentagono, l’aereo deve ancora risolvere numerosi problemi tecnici mentre continuano a lievitare i suoi costi e che le ricadute occupazionali in Italia sono alquanto basse e incerte;

considerato che diverse nazioni partner del progetto JSF stanno rivedendo i loro programmi di acquisto anche rinviandoli nel tempo;

ricordando che se l’Italia si ritirasse dal suddetto progetto non deve pagare nessuna penale;

considerato che il nostro Paese già spenderà nel 2012 oltre 23 miliardi di euro per la Difesa, collocandosi, secondo la classifica del SIPRI al decimo posto al mondo per spese militari ( anno 2010 ) e che nel settore complessivo della Difesa esistono forme diverse di sprechi, di privilegi e di “casta“ ancora intaccati ( retribuzioni “pesanti”,  trattamenti pensionistici, auto blu e di servizio, numero di generali e ufficiali sproporzionato );

considerato che una recente ricerca dell’Università del Massachusetts ha calcolato che se investiamo un miliardo di dollari nella difesa abbiamo 11.000 nuovi posti di lavoro, 17.000 se lo impegniamo nelle energie rinnovabili e 29.000 se andasse nel settore dell’educazione;

ricordando l’appello lanciato dalla Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli del 25 settembre 2011 alla quale hanno partecipato oltre duecentomila persone;

preso atto delle proposte avanzate da numerose organizzazioni della società civile e in particolare dalla Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci e Tavola della Pace che invitano a ridurre le spese militari come sta succedendo in tutti i paesi occidentali;

dando atto

che in data 15 febbraio 2012 il Ministro della Difesa ammiraglio Di Paola, di fronte alle Commissioni Difesa della Camera e del Senato, ha  affermato di “ voler contribuire alla ristrutturazione della Difesa e al risanamento finanziario del paese “ procedendo nell’ arco  di 10 anni ad una riduzione di circa  il 20% del personale militare e civile e comunque di procedere all’ acquisto di 90 dei 131 cacciabombardieri F35  che lui stesso aveva definito nel 2002 nell’ incarico di Direttore degli Armamenti  della NATO;

chiede al Parlamento e al Governo

di non procedere all’acquisto del cacciabombardiere F35, destinando i soldi risparmiati al rilancio e allo sviluppo del Paese;

di procedere ad una rapida revisione e riduzione complessiva della spesa militare ridefinendo altresì, in modo aperto e democratico, una nuova politica di sicurezza e una rinnovata politica estera italiana ed europea coerenti con il dettato della nostra Costituzione e la Carta delle Nazioni Unite.

 inoltre, chiede al Servizio Pubblico Radiotelevisivo (Rai)

di promuovere finalmente una discussione aperta e trasparente sulle spese militari, il bilancio della Difesa e la riforma del nostro sistema di sicurezza in modo da consentire a tutti gli Italiani di decidere in modo responsabile.

 infine decide

di collaborare con il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani per rafforzare l’impegno degli Enti Locali per il disarmo e la sicurezza umana.

 

PARTITO  DEMOCRATICO

ITALIA  DEI  VALORI

SINISTRA  PER  CESENA