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Si teme che i 12 fucili d'assalto vengano usati per attacchi ai furgoni

Nuoro, irruzione nella base militare Rapinata anche una mitragliatrice

Alberto Pinna
Fonte: Corriere della Sera - 23 settembre 2004

Assalto a una postazione della base militare di Capo San Lorenzo (Perdasdefogu): tre incappucciati hanno puntato le pistole alla testa alla sentinella (un graduato della Brigata Sassari), l'hanno costretta ad aprire l'armeria e hanno portato via 12 modernissimi fucili mitragliatori, una mitragliatrice e una trentina di caricatori, Ma non sembra l'incursione di un commando di terroristi - così ritengono gli investigatori -, è invece quasi certamente un'azione organizzata per rifornire di armi le bande che da anni non compiono più sequestri di persona ma rapine a furgoni portavalori.
La postazione presa dì mira è a Capo Bellavista, costa orientale della Sardegna, vicinissima al porto di Arbatax e più di 30 chilometri dalla base di Capo San Lorenzo e dalle installazioni del poligono interiorse del Salto di Quirra, dove vengono effettuate esercitazioni e lanci sperimentali di missili, A Capo Bellavista i militari della base interforze operano saltuariamente. Su una collina, accanto a un faro per la navigazione ci sono radar, stazione meteorologica, eliporto e una casermetta; nell'edificio è acquartierato un reparto della Brigata Sassari - che lo scorso anno è stata in missione in Iraq a Nassiriya - 16 uomini incaricati dei servizi di sicurezza su obiettivi sensibili, soprattutto l'aeroporto e il porto di Arbatax, nel quadro dell'operazione «Domino» (prevenzione contro il terrorismo internazionale)
L'irruzione del commando alle 21.45. Difficile sapere che cosa è accaduto: tre le inchieste in corso (magistratura ordinaria, militare e interna al 151' battaglione), nessuna versione ufficiale. Nella casermetta soltanto un caporalmaggiore della Brigata Sassari, gli altri fuori (forse in servizio al porto, forse a cena).
Due dei rapinatori sì sono aperti un varco tagliando la rete che delimita la zona militare, un complice si è presentato all'ingresso della postazione su una Fiat Uno rossa e con il clacson ha richiamato l'attenzione del piantone, che è uscito dalla casermetta. I due incappucciati gli hanno puntato le pistole alla testa. C'è un'altra versione: il caporalmaggiore si è affacciato alla finestra, ha visto i due con la maschera e si è barricato nella casermetta. Ma i rapinatori hanno sfondato la porta e lo hanno costretto a condurli nell'armeria. Da due armadi hanno portato via i fucili Ar 70 e la mitragliatrice, 4 confezioni sigillate di caricatori e binocoli. Cercavano armi automatiche e infatti hanno lasciato in un altro armadio la pistola di ordinanza del piantone, che è stato legato e imbavagliato. Con calma i raffinatori hanno poi caricato fucili e munizioni sulla Uno rossa, hanno tagliato i fili dei telefoni nella postazione e sono andati via.
L'allarme qualche ora dopo, Posti di blocco dappertutto, all'alba è stata trovata 20 chilometri verso l'interno sulla strada perimonti del Gezinargentu la Uno Rossa incendiata. Terrorismo? Nuovo banditismo sardo? «Indaghiamo, per scrupolo, in ogni direzione» dice il colonnello Salvatore Favarolo, comandante provinciale dei carabinieri di Nuoro. Un unico precedente in Sardegna di rapina in una base militare: capo Teulada, aprile 1994, irruzione all'eliporto, picchiati, legati e imbavagliati la sentinella e due del corpo di guardia, portati via munizioni e 4 fucili Garand. Uno fu usato due anni dopo in Barbagia nell'assalto a un furgone portavalori blindato.

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