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Al lavoro sul dossier armi

Potranno partire gli aiuti per frenare i clandestini
Adriana Cerretelli
Fonte: Il Sole 24 Ore - 21 settembre 2004

BRUXELLES. Non è escluso che domani i rappresentanti permanenti dei 25, riuniti nel cosiddetto Copreper, possano decidere di dare il via libera alla richiesta avanzata una settimana fa dall'Italia al Consiglio Esteri per la levata parziale dell'embargo sulle armi alla Libia, ai fini di un'efficace lotta all'immigrazione clandestina. Richiesta poi reiterata dal ministro dell'interno Giuseppe Pisanu invocando la situazione di emergenza, quindi anche la possibilità di ricorrere all'art. 14,7 del Trattato Ue, quello che autorizza gli Stati membri a derogare dalla normativa comunitaria (aggirando in questo caso l'embargo) per superiori ragioni di ordine pubblico e sicurezza interna.
Non è escluso dopo la decisione, ieri sera, del presidente americano George W. Bush di revocare le sanzioni commerciali contro la Libia. Non è escluso, ma non è ancora sicuro. «Dopo la richiesta italiana, i rappresentanti permanenti si sono messi al lavoro per vedere che cosa si può fare - ha dichiarato ieri sera un portavoce della presidenza di turno olandese dell'Unione -ci sono tre gruppi tecnici al lavoro. In base dei loro rapporti domani sarà presa una decisione ma per ora è difficile dire quale sarà».
A Bruxelles ieri si è riunito prima il Consiglio del Maghreb e poi il Comitato Relex per discutere di rapporti con la Libia e delle sanzioni economiche Onu, sospese dalle Nazioni Unite nel '99 ed eliminate l'anno scorso ma tuttora in vigore nell'Unione. Oggi si riunirà il Cops, un altro comitato europeo per discutere pili specificamente della questione embargo. Sulla base delle loro conclusioni, domani ci sarà il verdetto del Coreper. Se non ci saranno obiezioni né intoppi, l'Italia potrebbe ottenere la sospensione parziale dell'embargo sulle armi nel giro di una settimana.
Ma ci sarà domani l'accordo? Francia, Germania e Gran Bretagna, che ormai hanno regolato sul piano bilaterale le questioni in sospeso con Tripoli, sono favorevoli alla misura. Londra auspicherebbe addirittura la fine totale dell'embargo sulle armi imposto dall'Europa alla Libia nel 1986. Anche la Commissione europea, in caso di consenso tra i 25, sarebbe pronta ad appoggiare l'idea. Però insiste perché in questo caso sia contestualmente sbloccata la sua proposta per l'invio di una missione in Libia per constatare sul campo quali siano le effettive necessità libiche, in termini di armi ed equipaggianientì, per combattere l'immigrazione illegale, cioè controllarne coste e confini.
Non solo. La Commissione sostiene che sarebbe del lutto incoerente sospendere I' embargo sulle armi, mantenendo al contempo le sanzioni economiche contro la Libia. Ma proprio allargando lo spettro delle richieste, sia pure con argomentazioni legittime, c'è il rischio che la macchina del consenso a 25 si imballi. I Paesi scandinavi, Svezia e Danimarca in testa, hanno già espresso riserve sull'ipotesi della fine parziale dell'embargo per lo scarso rispetto dei diritti umani in Libia. Contro la sospensione delle sanzioni economiche si sono pronunciati ieri Belgio, Irlanda e Repubblica Ceca.
Forse la decisione americana di togliere le sanzioni commerciali potrà favorire domani una decisione positiva del Coreper, magari solo limitata, per cominciare, alla richiesta italiana di levata parziale del blocco per guardiacoste, visori ottici notturni e radar, cioè giusto per quello che serve a controllare e bloccare l'esodo dei clandestini. Magari.

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