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Bombe agli arabi, ditta di Ghedi nella bufera

L'azienda con sede nella Bassa si trova al centro della polemica per una fornitura da 110 milioni all'aviazione militare Saudita
Valentino Rodolfi
Fonte: BresciaOggi - 01 novembre 2015

C'è una ditta di Ghedi al centro di un caso politico esplosivo, letteralmente, che sta gettando un'ombra inquietante sul complesso delle relazioni internazionali dell'Italia.

LA SOSTANZA del caso, sollevato da ben quattro interrogazioni parlamentari rimaste per ora senza risposta, è una fornitura di bombe d'aereo per un valore presunto di 110 milioni di euro all'Arabia Saudita e agli emirati Arabi Uniti, che starebbero impiegando gli ordigni «made in Italy» per reprimere la ribellione in Yemen. Una guerra non dichiarata che sta massacrando anche la popolazione civile (4mila morti e 20mila feriti dal marzo scorso). Ecco perchè insorgono tutte le associazioni pacifiste italiane, e al governo si chiede di far chiarezza su una vicenda nebulosa, opaca, intollerabilmente carente di trasparenza.Ma che c'entra Ghedi? A Ghedi, in via Industriale, ci sono la sede legale e il quartier generale («Headquarters» c'è scritto sul sito aziendale) della ditta fornitrice degli ordigni, specializzata in «explosives and defense technologies», in particolare in «warheads»: bombe. Si tratta della Rwm Italia, sussidiaria del colosso tedesco Rheinmetall, una delle maggiori industrie belliche mondiali, titolare di una licenza per produrre componenti essenziali di bombe d'aereo quali le Mk84 e le Blu109, del tipo in dotazione alla Royal saudi air force e all'aviazione emiratina.Sotto la direzione della sede di Ghedi e la supervisione della casa made tedesca, le componenti di queste bombe vengono fabbricate in Sardegna, nello stabilimento Rwm di Domusnovas. Poi da qui vengono portate in Arabia per l'assemblaggio finale.

Bombe Arabia Yemen CHE SIANO utilizzate in Yemen è da dimostrare (lo affermano alcune inchieste giornalistiche, non ultimo un reportage di Famiglia Cristiana). Ma se fosse vero, sarebbe un fatto di ben dubbia conformità alle normative italiane sull'export di armi da guerra: non possiamo per legge (la 185/90) vendere bombe a Paesi in guerra, men che meno se bombardano i civili. Questo puntano a chiarire quattro interrogazioni parlamentari, firmate dal senatore Orellana del Gruppo misto, dell'onorevole Marcon di Sel, dei senatori Cotti del Movimento 5 Stelle ed Amati, Granaiola e Valentini del Pd.

ATTENZIONE, però: i dubbi e le «censure» dei parlamentari sono nei confronti del governo italiano, non dell'azienda ghedese, sul cui operato nessuno si è finora spinto a ipotizzare fatti penalmente rilevanti. È infatti già accertato che non si tratta di un traffico clandestino di armi da guerra, ma dell'applicazione di accordi «government to government» per la cooperazione militare tra l'Italia e il regno saudita.Faccenda che va avanti da 4 anni. Secondo quanto ricostruito da Giorgio Beretta, dell'Osservatorio permanente sulle armi leggere, un primo invio di bombe Rwm sarebbe stato deciso dal governo Monti nel 2011 (600 bombe all'Arabia Saudita, inizialmente Mk 82 e Mk84) cui sarebbero seguite altre spedizioni nel 2012 e negli anni successivi, coinvolgendo anche gli Emirati, fino a un importo valutato in 110 milioni. Un ultimo carico, riporta il quotidiano L'Unione Sarda, sarebbe partito dalla Sardegna addirittura tre giorni fa. I produttori di bombe, in fondo, fanno il loro mestiere finchè possono. Ma il governo perchè tace? 

Note: Articolo originale al link http://www.bresciaoggi.it/stories/2692_ghedi/1353998_bombe_agli_arabi_ditta_di_ghedi_nella_bufera/?refresh_ce#scroll=1932
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