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Difesa, la Camera vota la riforma: è legge

Meno 43mila militari per investire in nuovi armamenti come i caccia F35 Tavola della pace: tagli ovunque, ma al comparto 230 miliardi in 12 anni I Cocer: no a esodi forzosi e a deleghe amplissime a un governo dimissionario
Luca Liverani
Fonte: Avvenire - 12 dicembre 2012

Il nuovo modello di Difesa ora è realtà. La Camera ha dato il sì definitivo al disegno di legge del ministro della Difesa, l'ammiraglio Giampaolo Di Paola, che delega il governo a riformare lo strumento militare. Tagli al personale del 25% per investire su nuovi armamenti - come i discussi caccia F35 - e interventi di protezione civile a carico degli enti locali tra i passaggi più innovativi. E più contestati dall'associazionismo, che parla di riforma a passo di carica, di delega in bianco e di stravolgimento in senso aggressivo dello strumento militare fatto da un Parlamento e un governo a fine mandato. Camera dei Deputati Alle critiche si uniscono anche i Cocer delle Forze armate, preoccupate per gli «esodi forzosi» di decine di migliaia di lavoratori. La legge ha avuto 294 voti a favore da tutti i gruppi, 53 astenuti della Lega e 25 contrari di Italia dei valori e radicali, in dissenso dal loro gruppo, il Pd. La riforma dunque ridurrà le spese del personale cancellando in 10 anni 43 mila unità - 33 mila militari e 10 mila civili- per ridune da 183 a 150 mila i militari e da 30 a 20 mila i civili. Prevista anche i 5 anni la vendita del 30% delle caserme. L'articolo 4, comma 2, lettera B, prevede anche l'istituzionalizzazione del pagamento, da parte degli enti locali, delle attività di protezione civile svolte dalle Forze annate in caso di calamità. Risparmi e nuove risorse che non torneranno alle casse dello Stato, ma resteranno a disposizione della Difesa: l'obiettivo infatti è quello di investire in nuovi armamenti. Come gli F35, i cacciabombardieri Join Strike Fighter della Lockheed Martin ordinati dall'Italia: ridotti da 131 a 90 per l'aumento dei costi, avranno un prezzo ad esemplare tra i 99 e i 107 milioni di

euro a seconda dell'allestimento. Il costo totale, comprensivo della base di Cameri (Novara), è stimato in circa 15 miliardi di euro. «Questa riforma impegna in 12 anni la somma enorme di 230 miliardi euro», commenta Flavio Lotti, portavoce della tavola della Pace che con altre associazioni ha manifestato srotolando davanti a Palazzo Chigi la bandiera arcobaleno di 25 metri della marcia della pace Perugia-Assisi. «Questa è una legge che taglia posti di lavoro - dice - per comprare altre bombe». Il missionario comboniano padre Alex Zanotelli chiede «come si possa affrontare questa incredibile crisi economica senza affrontare il problema delle spese militari: secondo l'istituto svedese Sipri l'Italia ha già speso 26 miliardi in Difesa. Con i 15 degli F35 è una manovra economica». «Di fatto - commenta Massimo Paolicelli del-l'Aon - si modifica il nostro modello di difesa in senso aggressivo: basti pensare agli F35 a decollo corto che potranno essere imbarcati sulla Cavour per operare ben lontani dai confini del Paese». «Già la le :4; e di stabilità per il 2013 assegna alla Difesa un miliardo in piu del 2012, alla faccia di tutti i tagli sulla spesa pubblica», afferma Giulio Marcon di Sbilanciamoci. Critico anche il commento dei Cocer di Esercito, Marina e Aeronautica: la riforma, affermano, «sposterà ingenti risorse - a regime 3 miliardi - dalle spese per il personale all'investimento» provocando «esodi forzosi» e «amplificando il precariato». E definiscono «incredibile anomalia l'amplissima delega a un governo ormai dimissionario su di una materia di rilevante importanza e delicatezza», senza «un ampio e approfondito dibattito parlamentare». «E una legge che serve a bilanciare al suo interno la spesa per la Difesa», sostiene Federica Mogherini del Pd che ha incontrato le associazioni che manifestavano, suscitando anche contestazioni. «Dal passaggio di questa legge in poi - sostiene - il Parlamento potrà bloccare l'acquisto di sistemi d'arma, compresi gli F35. Se saremo al governo rivedremo questo programma in termini di sospensione o rallentamento». «Un ministro della Difesa dimissionario - avverte Nichi Vendola di Sel - non scriva i decreti attuativi della riforma: il Governo di centrosinistra rivedrà la questione delle spese militari».

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