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La Libia punta su Finmeccanica. Allo studio maxi-alleanza

Mara Monti
Fonte: Il Sole 24 ore - 05 luglio 2009

La rete delle partecipazioni in Italia del colonnello Muammar Gheddafi si arricchisce di un nuovo tassello: nel carniere della Lia (Libyan Investment Authority) potrebbe entrare presto anche Finmeccanica. Secondo quanto risulta al «Sole 24 Ore», il fondo sovrano libico starebbe acquistando sul mercato azioni del gruppo della difesa italiano con l'obiettivo di arrivare a una quota rilevante, che inizialmente potrebbe attestarsi intorno al 2%: ai prezzi di chiusura di venerdì l'investimento sarebbe di circa 112 milioni di euro. Finora nessuna comunicazione ufficiale è giunta all'autorità di Borsa, ma l'acquirente ha comunque cinque giorni di tempo per informare la Consob sul raggiungimento della soglia critica, qualora fosse stata già raggiunta. Comunque sia, un annuncio sull'esito del negoziato potrebbe essere questione di pochi giorni.

La notizia è trapelata dopo che il sito Dagospia ha diffuso l'indiscrezione sull'interesse del fondo libico per il 10% del gruppo di Piazza Montegrappa, costringendo Finmeccanica a smentire «categoricamente» la notizia di «presunte trattative (..) quanto eventuali cessioni azionarie». Un atto dovuto perché in ogni caso un eventuale interesse della Lia per una quota superiore al 3% dovrebbe ottenere il gradimento del governo, azionista di riferimento con il 30,2%: la governance di Finmeccanica è blindata e lo stesso statuto parla chiaramente di «sterilizzazione» dei diritti di voto e di veto «motivato in relazione al concreto pregiudizio arrecato agli interessi vitali dello Stato». Nulla da obiettare nel caso in cui ci si fermi sotto la soglia del 3% per azioni acquistate sul mercato.

In realtà l'acquisto dei titoli, secondo quanto risulta al «Sole 24 Ore», sarebbe stato concordato con il vertice di Piazza Montegrappa e rappresenterebbe il primo passaggio di una partita più complessa non soltanto di natura finanziaria, ma soprattutto industriale, giocata in prima persona dai governi italiano e libico: in ballo ci sarebbe la costituzione di una joint venture ad ampio raggio sui più importanti settori operativi di Finmeccanica. A tirare le fila per l'Italia ci sarebbe il ministro degli esteri Franco Frattini che di recente, di ritorno dalla Libia, ha detto di volere «portare in Europa molte buone ragioni di un paese, la Libia, che oggi torna sulla scena internazionale come un partner riconosciuto, da ultimo anche dagli Stati Uniti che hanno inviato lì un ambasciatore». Per Finmeccanica si tratta di consolidare le relazioni con un partner con cui sono già state firmate importanti trattative nei settori dell'elicotteristica, della sicurezza e dei trasporti quest'ultimo attraverso Ansaldo Sts e Ansaldo Breda. È risaputo che Gheddafi voglia rafforzarsi nell'aeronautica civile e militare che risale ai tempi dell'embargo quando i cinesi e i russi erano i principali fornitori.

La prima concreta realizzazione della collaborazione italiana vedrà la luce nel 2010 con l'inaugurazione dell'impianto di assemblaggio e manutenzione della Liatec (Libyan Italian Advanced Technology Company), la joint venture al 50% costituita nel 2007 con Agusta Westland: con la società dell'elicotteristica di Finmeccanica, la Libia ha firmato un contratto per 10 velivoli AW 109 Power e AW 119 Koala da assemblare negli stabilimenti libici. Dagli elicottreri agli aerei regionali con gli Atr42 entrati nella flotta dell'agenzia di sicurezza del paese africano, mentre il C-27J l'aereo da trasporto tattico sono pronti a sostituire gli attuali bimotori G-222. Dal civile al militare: in questo caso Tripoli vuole sostituire gli ormai obsoleti Mig russi e dopo la scadenza dell'opzione per i Rafale francesi sta guardando con interesse all'Eurofighter del consorzio europeo. Infine l'homeland security in cui Finmeccanica vanta una lunga esperienza con Selex sistemi integrati: nel trattato di amicizia tra i due paesi i cui protocolli erano stati firmati dal governo Prodi, si prevede un ruolo di primo piano dell'Italia per il controllo dei confini a sud del paese tra il Ciad e il Sudan, rotta di contrabbandieri e immigrazione clandestina. I satelliti made in Italy sono pronti a guidare gli uomini del colonello nelle operazioni di controllo delle frontiere.

Note: Articolo al link http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2009/07/Libia-Finmeccanica-difesa-joint-venture.shtml?uuid=19cb70ee-6963-11de-8c96-0772bb73edf5&DocRulesView=Libero
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