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FREI BETTO: SI' AL DISARMO, SI' ALLA VITA

Frei Betto
Fonte: La Nonviolenza รจ in Cammino numero 1076 - 07 ottobre 2005


Esiste un organismo multilaterale chiamato Ocde (Organizzazione per la
cooperazione e lo sviluppo economico) che riunisce i 30 paesi ricchi. Per
ogni dollaro destinato alla cooperazione, i trenta spendono 10 dollari per
attivita' militari. Il dato e' del Rapporto sullo sviluppo umano, Onu, 2005.
Nel 2000 sono stati spesi in armamenti 524 miliardi di dollari. Nel 2003 642
miliardi di dollari. Un aumento del 25%. E nel 2003 i 30 paesi hanno
destinato alla collaborazione con i paesi piu' poveri solo 69 miliardi di
dollari. Cioe' il 10% di quanto si e' investito in armi. Il caso degli Usa
fa orrore, come direbbe mio nipote: l'1% del suo bilancio e' andato per gli
aiuti internazionali e il 25% per attivita' belliche.
Tutto l'aiuto che nel corso di un anno quei paesi danno per combattere
l'aids rappresenta appena tre giorni di spese militari. Conviene ricordare
che l'aids uccide circa tre milioni di persone all'anno. La fame, cinque
milioni di bambini all'anno. Un genocidio. La stessa Onu predica bene ma
razzola male. Nel 2005 sta spendendo per mantenere i suoi caschi blu nelle
zone di conflitto piu' di quanto i paesi ricchi daranno in aiuti per
l'Africa.
*
In Brasile il 23 ottobre votiamo per decidere se il commercio delle armi
deve o no essere proibito nel paese. Votero' si' (opzione n. 2 nella scheda
di voto).
Un'inchiesta dell'Unesco, diffusa il 9 settembre, dimostra che nel 2004 il
numero dei morti per armi da fuoco e' diminuito del 15,4% rispetto alle
previsioni. Sono state risparmiate 5.563 vite. E questo grazie alla campagna
per il disarmo del governo Lula.
Tra il 2003 e il 2004, confrontando i numeri delle vittime delle armi da
fuoco, c'e' stata una riduzione dell'8,2%. Sono state risparmiate 3.234
vite. E' un piccolo passo in avanti. Rispetto all'indice dei morti, e' quasi
niente. L'anno scorso, le pallottole uscite dalle canne di revolver e
fucili, pistole e mitragliatrici, hanno falciato 36.119 vite in Brasile. Se
non ci fosse la campagna per il disarmo le persone assassinate sarebbero
state circa 42.000.
Grazie al fatto che molti hanno rinunciato alle loro armi, nella regione
meridionale la riduzione dei morti per arma da fuoco nel 2004 e' stata'
dell'ordine del 20,1%, la piu' rilevante del paese. Meno armi, meno morti.
Votare si' nel referendum del 23 ottobre e' dire si' alla vita.
L'argomento secondo cui anche col disarmo i malviventi continueranno ad
essere armati come prima e' una sciocchezza e una menzogna. Meno commercio
di armi, meno possibilita' di ottenerle. Oggi i malviventi agiscono spesso
sotto l'effetto della droga. Quando vedono la vittima armata, sparano per
uccidere. Le statistiche dimostrano che una vittima disarmata ha piu'
possibilita' di sopravvivere di quella che porta con se' un'arma.
Il paese piu' violento del mondo sono gli Usa. Piu' di due milioni di
persone nelle prigioni. Cio' dimostra che la violenza non e' risultato della
miseria, ma della mancanza di una cultura umanista. Chi impara a sentire
piacere nell'uccidere pupazzi virtuali nei videogame sta bevendo il veleno
bellicista. Una ricerca recente rivela che, negli Usa, 1,7 milioni di
bambini vivono in una casa con armi. E un terzo degli adulti possiede
revolver o qualche tipo di fucile in casa (www.pediatrics.org). Nel 2002, le
armi da fuoco hanno fatto 1.400 vittime tra bambini e adolescenti, il 90%
dei quali si trovavano in casa quando e' avvenuta la tragedia.
Bush crede che la pace verra' come risultato dell'imposizione attraverso le
armi. Il profeta Isaia indica il cammino contrario: la pace ci sara' solo
come figlia della giustizia (32, 17). Una civilta' dell'amore non sara' mai
una conquista di spiriti guerrieri.

Note:

Da padre Ermanno Allegri (per contatti: ermanno@adital.com.br ) riceviamo e
diffondiamo il seguente intervento di Frei Betto. Carlos Alberto Libanio
Christo, noto col suo nome da religioso, Frei Betto, e' nato a Belo
Horizonte, in Brasile, nel 1944. Impegnato nel movimento studentesco, entro'
poi nell'ordine domenicano. Giornalista, teologo, scrittore, impegnato per i
diritti umani, arrestato nel 1969 e detenuto in carcere per anni sotto la
dittatura. E' una delle voci piu' note della teologia della liberazione e
della chiesa popolare in America Latina. Opere di Frei Betto: Dai
sotterranei della storia, Mondadori, Milano 1973; Novena di S. Domenico,
Queriniana, Brescia 1974; Diario di Puebla, Queriniana, Brescia 1979;
Lettere dalla prigione, Dehoniane, Bologna 1980; La preghiera nell'azione,
Dehoniane, Bologna 1980; Il lievito nella massa, Emi, Bologna 1982;
Battesimo di sangue, Emi, Bologna 1983; Allucinante suono di tuba, La
Piccola, Celleno 1993. Cfr. inoltre Una scuola chiamata vita (con Paulo
Freire), Emi, Bologna. Ha anche partecipato a molti volumi in collaborazione
(tra cui ad esempio Complicita' o resistenza? La Chiesa in America Latina,
Cittadella, Assisi 1976; Fede e perestroika, Cittadella, Assisi 1988; Cina,
l'armonia dei contrari, Cittadella, Assisi 1989), e pubblicato
libri-intervista come il noto volume Fidel Castro: la mia fede, Paoline,
Cinisello Balsamo 1986


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