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ARMI LEGGERE: Brescia, 17 aprile 2005

LA FIERA EXA VA IN TRIBUNALE PER COMMERCIO D’ARMI FUORI CONTROLLO

Tutto pronto a Brescia per il Tribunale popolare che domenica 17 aprile vedrà imputata EXA – la fiera di armi leggere che verrà contestata da un’azione dei Gruppi di Azione Nonviolenta (GAN). Dal rapporto sulle armi leggere pubblicato da Archivio Disarmo si apprende che l’Italia è il secondo produttore al mondo di armi leggere e di piccolo calibro ma ha una legislazione sulla vendita che non prevede controlli né sanzioni. Una libertà di movimento per le armi anche verso paesi colpevoli di gravi violazioni dei diritti umani, sottoposti a embargo dell’Onu o dell’Ue e paesi con guerriglie in corso sul proprio territorio. Tra questi troviamo Colombia, Indonesia, Cina, Russia, Israele, Sierra Leone e Congo. Per frenare questo commercio viene promossa la Camapagna globale Control Arms, che chiede la promulgazione di un Trattato Internazionale sul Commercio degli armamenti. Per l’Italia viene richiesto che venga introdotta una legge sui mediatori di armi con una regolazione dell’export armi leggere.

Tutto pronto a Brescia per il Tribunale popolare che domenica 17 aprile vedrà imputata EXA – la fiera di armi leggere, terza al mondo per ampiezza espositiva e presentata come vetrina di armi sportive e dell’outdoor. L’azione diretta nonviolenta verrà realizzata nel piazzale antistante alla fiera domenica 17 aprile dalla Rete dei GAN Gruppo Azione Nonviolenta con il sostegno della Rete di Lilliput. Tra i capi di accusa che verranno imputati a EXA c’è l’entrata permessa ai minori, unica fiera di armi al mondo che lo consente. Per evitare che i bambini si aggirino tra gli stand dove i produttori di armi espongono i loro micidiali e poco educativi prodotti i GAN propongono di trascorrere piacevolmente la domenica in un divertente LUDOBUS.

Tra gli stand di EXA si trovano esposte anche armi da difesa personale e articoli antisommossa in dotazione alle forze dell’ordine di tutto il mondo, tutte armi che sono state vendute illegalmente e impiegate nei conflitti. La scelta degli organizzatori di EXA di mantenere un'unica area espositiva per i vari tipi di armi è una chiara violazione della delibera adottata nel 2004 dal Consiglio Comunale di Brescia, che chiedeva di esporre separatamente le armi sportive dalle armi civili creando un padiglione a parte a cui sarebbero potuti accedere solo gli ‘adetti ai lavori’.

Ma EXA è imputata dal Tribunale popolare per promuovere la produzione e il commercio di armi leggere. Secondo gli studi dell’ONU, tra il 1990 e il 2000 le sole armi leggere hanno provocato nel mondo più di 5 milioni di morti – la metà dei quali bambini- e 2,5 milioni di disabili gravi. Lo stesso Kofi Annan, segretario generale dell’ONU, ha dichiarato che «Le armi leggere sono armi di distruzione di massa». E proprio Brescia rappresenta per l’Italia la zona a maggior produzione di armi leggere con 137 imprese raggiungendo il 31,9% del totale italiano di armi e munizioni. Col resto della Lombardia si arriva quasi al 40% dell’export nazionale. Tra le ultime commesse che sono state raggiunte dalla capofila Beretta c’è la fornitura d’armi alla polizia irachena. Ecco perchè Exa non può rimanere una questione della sola Lombardia.

Dal rapporto sulle armi leggere pubblicato da Archivio Disarmo si apprende che l’Italia è il secondo produttore al mondo di armi leggere e di piccolo calibro, il primo a livello europeo. La legislazione nazionale che ne regolamenta le esportazioni è caratterizzata da un dualismo di fondo che vede le armi ad uso militare sottoposte alla normativa della legge 185/90 e le armi civili sottoposte alla disciplina della legge 110/75. Per quanto riguarda le armi ad uso civile invece, la normativa italiana non prevede invece controlli né sanzioni. Pistole, revolver, fucili e carabine, concepiti per l’uso sportivo e l’autodifesa, godono così di una grande capacità di movimento e possono entrare pressoché indisturbati anche in paesi colpevoli di gravi violazioni dei diritti umani, sottoposti a embargo dell’Onu o dell’Ue e paesi con guerriglie in corso sul proprio territorio.

Di tutte le armi prodotte una quantità pari all’80% circa si è diretta verso paesi dell’orbita nord-occidentale, mentre tra il restante 20% compaiono anche paesi con situazioni interne precarie. È il caso della Malaysia, paese ripetutamente accusato di gravi violazioni dei diritti umani, che ha potuto acquistare nel corso del quinquennio armi civili italiane per un totale che supera i 30 milioni di euro; o della Colombia e dell’Algeria, i cui governi sono entrambi coinvolti da anni in conflitti interni, che hanno acquistato rispettivamente 2,5 e 3,8 milioni di euro di pistole, fucili e munizioni; o della Cina, soggetta a embargo dell’Ue a causa dei gravi episodi di violazione dei diritti fondamentali, che ha importato oltre mezzo milione di euro di armi dall’Italia. È anche il caso del Congo-Brazzaville e della Repubblica Sudafricana: i due maggiori importatori africani di armi civili italiane sono presenti nei rapporti annuali di Amnesty International per le violazioni di diritti umani che avvengono sul loro territorio, così come la Turchia, il Brasile, il Messico, l’India, le Filippine e la Federazione Russa (paesi quest’ultimi che stanno anche affrontando attacchi armati di gruppi separatisti).

La legislazione italiana e internazionale si dimostra inadeguata di fronte all’evolversi e al mutare dei conflitti, oggi in prevalenza di tipo intra-statale, combattuti da gruppi armati ribelli e truppe paramilitari. I grandi sistemi d’arma, infatti, costosi e difficili da reperire, vengono sostituiti dalle armi piccole e leggere, meglio trasportabili, semplici da usare (anche per i bambini soldato) e reperibili anche sul mercato nero. Per questo in Italia viene promossa la Camapagna globale Control Arms, che chiede la promulgazione di un Trattato Internazionale sul Commercio degli armamenti (ATT). Elaborato da un gruppo di Ong e dai Premi Nobel per la Pace, il Trattato verrà proposto a tutti gli Stati in occasione della Conferenza dell’Onu sulle Armi Leggere nel luglio del 2006 e la sua ratifica introdurrà norme precise e vincolanti che regolamenteranno il commercio di armi a livello internazionale. Per l’Italia viene richiesto che venga introdotta una legge sui mediatori di armi con una regolazione dell’export armi leggere. Per maggiori informazioni www.disarmo.org

Per info: www.retelilliput.it

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