A Varese sindacati, associazioni e movimenti insieme per aprire il confronto sul tema della pace e del disarmo

Meno spese militari, più soldi per lo sviluppo

Due appuntamenti per dire: STOP al cacciabombardiere F35, SI a nuove vie per la pace e lo sviluppo e SI a investimenti nella riconversione per nuova occupazione
Francesco Vignarca
Fonte: DisArmiAmoLaPace Varese - 07 maggio 2012

"Stop all'acquisto dei caccia F-35. Sì a nuove vie per la pace e lo sviluppo e agli investimenti nella riconversione per generare nuova occupazione". Parte da Varese una nuova campagna di sensibilizzazione e di riflessione sui temi della pace e del disarmo. Ne sono promotori associazioni, sindacati e movimenti della provincia. Gli stessi che da mesi criticano la scelta del governo italiano di acquistare 131 caccia da combattimento F-35, decisione poi ridimensionata a 90, per risparmiare circa 5 miliardi di euro. «Una scelta come questa è in contrasto con il dettato dell'articolo 11 della nostra Costituzione - spiegano i promotori dell'iniziativa -. L'Italia ripudia la guerra e l'investimento in F-35 non è coerente con questo principio. Gli stessi soldi potrebbero essere investiti per altre finalità soprattutto in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo: per rilanciare l'economia, l'occupazione, la politica ambientale o l'educazione». 

Si parte con due incontri: il primo si terrà venerdì 11 maggio, dalle 20 alle 23. Il titolo della serata è "Ripudiare la guerra, tagliare le spese militari per sviluppare pace e lavoro" interverranno: Manlio Dinucci (Giornalista e saggista); Giorgio Gattei (Docente Univ. Bologna) e Fabio Corazzina (Pax Christi nazionale). Il secondo è dedicato invece a "Produzione bellica e occupazione: quale rapporto? Quali alternative?" e si terrà venerdì 18 maggio dalle 20 alle 23. Interverranno: Massimo Masat (Fiom Nazionale), Maurizio Simoncelli (Archivio Disarmo - Roma), Vincenzo Comito (Docente Univ. Urbino). Entrambi gli appuntamenti sono in programma al Collegio de Filippi di via Brambilla 15 a Varese.

«L'obiettivo dell'iniziativa - precisano gli organizzatori - è quello di creare una coscienza su queste tematiche. Informarsi è il primo passo. Partiremo perciò con i due convegni ai quali seguiranno in futuro altri momenti di riflessione e confronto. Il nostro territorio è fortemente coinvolto in questo dibattito perché proprio qui hanno sede alcune delle aziende più attive nel campo della produzione bellica e militare».

I promotori dell'iniziativa sono: Acli, Anpi, Arci, Comitato varesino Palestina, DisArmiAmoLaPace, Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Git Banca Etica, Gruppo Territoriale Emergency di Varese, Legambiente, Libera, Uilm-Uil, Uisp, Universauser
Aderiscono anche Auser, Cgil, Cisl, Uil, Donne in Nero, USB Varese, Punto Pace di Pax Christi - Tradate

 

"Meno spese militari, più soldi per lo sviluppo" a Varese

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I promotori hanno voluto invitare alla partecipazione agli eventi con alcune riflessioni approfondite, che vengono di seguito riportate.

Da diversi mesi sono in corso, nel paese, iniziative e mobilitazioni contro la partecipazione italiana al programma multinazionale di progettazione, sviluppo e produzione del velivolo militare  F – 35, ed in particolare con la decisione di acquistare 131 cacciabombardieri Joint strike fighter.
L’annuncio da parte del governo di ridurre l’acquisto a 90 velivoli, non rappresenta la soluzione delle questioni sollevate da quanti sono contrari al progetto e introduce spunti ad un dibattito e una presa di coscienza che va al di là della questione specifica.
E’ con questa consapevolezza che un nutrito numero di forze sociali e di associazioni presenti nella provincia di Varese ha avviato da diverse settimane un confronto mirato a riproporre sul nostro territorio l’avvio di un dibattito, mediante incontri pubblici, indirizzati a far prendere coscienza delle strategie entro le quali si collocano le scelte, come quella sugli F-35, delle conseguenze anche sul piano economico e sociale, oltre che su modo di concepire il conseguimento della pace e dello sviluppo.

I punti di riferimento mediante i quali orientare l’approfondimento sull’esistente e la ricerca di risposte adeguate sono:

- mettere in pratica innanzitutto  l'articolo 11 della nostra Costituzione.  «L'Italia», si legge, «ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali».
- far fronte alla necessità di contrastare l’impoverimento di milioni di famiglie, di rilanciare la scuola, la sanità, tagliando decisamente le spese militari, (nel 2012 le spese militari ammontano, complessivamente, a 23 miliardi di euro) senza artifici contabili volti a produrre e acquistare nuovi sistemi d’arma costosissimi, pericolosissimi, inaffidabili, con scarse ricadute occupazionali e anticostituzionali
- bloccare il progetto degli F- 35
- difendere la legge 185/90 che controlla il mercato delle armi

Tutto questo senza voler fare della demagogia e ben consapevoli di cosa significhi affrontare questi argomenti, qui e ora, nella nostra provincia caratterizzata da: lo spostamento della sede legale di Alenia Aermacchi da Pomigliano d’Arco a Venegono, le 185 imprese con oltre 15.000 occupati, 4 miliardi di euro di valore generato, più del 38% dell’export italiano di settore nel 2010 (dati distretto lombardo 2011), per restare dentro alla complessità dei problemi.