F35, dal Pd pressioni per tagli più forti

Il ministero lavora a un libro bianco sulla sicurezza: da lì le risposte ufficiali
Giampaolo Cadalanu
Fonte: La Repubblica - 23 aprile 2014

Gassmann NOF35 La strada migliore potrebbe essere riassunta in una sola parola: moratoria. Moratoria nel programma Joint Strike Fighter vorrebbe dire riduzione della partecipazione italiana, come ormai deciso, ma anche analisi dei problemi tecnici, definizione delle esigenze strategiche e naturalmente rallentamento nell'acquisto e nei pagamenti dei controversi caccia F-35. Il governo ha deciso per una «rimodulazione» e una buona fetta del Pd, soprattutto dalla Camera, preme perché sia «un significativo ridimensionamento» del programma.


L'obiettivo, non confessato, è un taglio netto del finanziamento, fino al cinquanta per cento: nei fatti questo vorrebbe dire un sacrificio di oltre la metà dei caccia, perché il loro prezzo aumenta continuamente. Nei prossimi giorni l'assemblea dei 293 deputati democratici discuterà a Montecitorio il documento sulle spese militari già approvato dai pd della commissione Difesa. Sarà l'occasione per il confronto fra le diverse sensibilità, tra chi pensa agli obblighi internazionali dell'Italia e chi si concentra sulle esigenze di bilancio. Ma il ministero vuole che ogni decisione impegnativa sia legata alle indicazioni in arrivo dal Libro bianco. Il lavoro di studio, affidato a una manciata di esperti indicati dal ministero, è già cominciato: entro metà giugno il libro verrà presentato al Consiglio supremo di Difesa e poi in Parlamento. Sarà questo Libro bianco a indicare le esigenze di sicurezza del paese e la strada per garantirle. Il dibattito in casa pd è certo. Al Senato il capogruppo in commissione Difesa Nicola Latorre sottolinea le esigenze di "interoperabilità" con gli alleati (garantite dall'F-35, ma ignorate da Germania e Francia, che sono fuori dal programma JSF). Alla Camera Carlo Galli spinge per il «ridimensionamento significativo», pur senza indicare numeri perché è vero che la legge 244 ribadisce la centralità del Parlamento, ma le decisioni concrete sono prerogativa di governo. Arena Pace Disarmo

Il fronte pacifista attende: «Per ora nessuna decisione precisa, solo impegni generici. E il governo ancora non ci incontra», dice Francesco Vignarca, coordinatore della campagna "Tagliamo le ali alle armi". E ricorda che le anime del movimento festeggiano il 25 aprile all'Arena di Verona, in una specie di "stati generali" del disarmo, con Veronesi, Strada, Landini, la Camusso, don Ciotti, padre Zanotelli. Scopo dichiarato, lanciare a Matteo Renzi un segnale forte: esiste anche un'altra Italia, che gli F-35 non li vuole.